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Guerra del latte. In Puglia perse 3.800 stalle

Data: 09/11/2015 - Ora: 10:07
Categoria: Economia

latte

Presidio permanente fino alla fissazione di un giusto prezzo

Presidio permanente degli allevatori di Coldiretti dinanzi al centro di distribuzione dei prodotti di Ospedaletto Lodigiano (Lodi) della multinazionale francese Lactalis, proprietaria dei grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, primo gruppo del settore. Oggi i camion non riusciranno ad uscire per rifornire i supermercati ed i centri commerciali in tutta Italia per l’apertura settimanale per la folta presenza degli allevatori con un centinaio di trattori ai margini delle strade e mucche al pascolo nel giardino che rende impossibile la circolazione. Sale, infatti, la tensione e non si ferma la guerra del latte che andrà avanti ad oltranza fino alla fissazione di un giusto prezzo.

In soli 10 anni in Puglia hanno chiuso circa 3.800 stalle, una agonia veloce e drammatica degli allevamenti, con un crollo pari ad oltre il 58% del patrimonio zootecnico pugliese.

"Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà – ricorda il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, a capo degli allevatori pugliesi – appena 2.700 stalle, a causa principalmente del prezzo del latte, oggi ben al di sotto dei costi di produzione del latte stesso".

Oggi previsto anche un momento di raccoglimento per la 65/ma Giornata nazionale del Ringraziamento che la Coldiretti festeggia dal 1951 in tutta Italia, per rendere grazie per il raccolto dei campi e chiedere la benedizione sui nuovi lavori. In sintonia con Papa Francesco e la sua enciclica "Laudato si" nel messaggio dei Vescovi si invita a dare vita ad "un 'nuovo patto' tra consumatori e agricoltori che generi spazi di liberta e responsabilità per entrambi". "Occorre condividere e approfondire riflessioni da tempo avviate in Italia e a livello internazionale, su modelli agricoli e pratiche produttive che espropriano gli agricoltori e le comunità locali di questa responsabilità" afferma il messaggio di quest’anno "Il suolo, bene comune" che conclude con un invito ad andare incontro all'agricoltore, soprattutto ai giovani che stanno tornando alla terra, "un fenomeno che in Italia mostra segnali arricchiti da una splendida capacità innovativa, sia nei prodotti che nei processi.

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