L'Evangelista Matteo ci prepara al Mistero del Natale, esaltandone la accoglienza obbediente, umile e silenziosa di Maria di Nazareth e di Giuseppe. Il "fiat" che la Madonna risponde alla proposta di Maternità Verginale, fattale dall'Arcangelo Gabriele, è l'Evento fontale della salvezza umana. Se riuscissimo a immaginare, solo per un attimo, l'ansia del creato, prima del Sì di Maria, durante l'Annunciazione, ancora oggi, noi, resteremmo sospesi, quanto mai desiderosi di ascoltare l'assenso della giovane donna, dal quale è dipesa non solo, l'umana salvezza, ma anche il destino di tutte le altre creature.

La Redenzione infatti è il cambiamento radicale dello stato dell'intero universo, bisognoso di salvezza, che è visibile oggi nella sua bellezza, nella sua stabilità, nella sua vita. In questa pagina di Matteo si evidenzia soprattutto la presenza di Giuseppe, uomo giusto, fedele, fino in fondo, alla sua vocazione di padre putativo (= fiduciario) del Bambino, figlio della Vergine e dello Spirito Santo. Al verbo di Dio fatto uomo, Giuseppe avrebbe dato (così dice il Messo divino) il nome di Gesù. Del genitore putativo del Bambino di Betlemme, colpiscono: il silenzio accogliente con cui porterà a termine il disegno di Dio, e la fede incrollabile che lo renderà solerte esecutore della divina Volontà, anche quando gli eventi sembrano insormontabili (fuga in Egitto, smarrimento di Gesù dodicenne a Gerusalemme). San Giuseppe ci aiuti a maturare un po' della sua capacità di accogliere nella vita ogni progetto divino, e a farci "uditori" fedeli e cooperatori della Buona Notizia (=Vangelo) , generatrice di salvezza, nei cuori umani.

Commento

Due sole sottolineature per rimarcare l'importanza, per la nostra vita, di questa pagina del Vangelo di Matteo: 1) fedeltà alla volontà di Dio e 2) silenzio costruttivo.

1) Attualmente siamo soliti discutere tutto. Siamo, infatti noi stessi il prodotto di un tempo, socialmente complesso, difficile da comprendere. Ci sembra quasi impossibile un’obbedienza indiscussa alla storia che conosciamo, solo come concatenazione di eventi umani. Ignoriamo invece che, al cuore dei fatti, belli o tristi, che siano, abita Dio, che, da sempre, trasforma "il tempo" in "evento salvifico", inizio della nostra Eternità, fin da oggi. Apriamoci alla fede, nella quale siamo tutti chiamati a crescere.

2) "Sul silenzio" dovremmo poter scrivere volumi. Parliamo tutti troppo per dire cose inutili, spesso dannose per il prossimo, soprattutto quando esprimiamo giudizi negativi, avventati, lesivi dell'altrui dignità. Il silenzio, di cui oggi parla il Vangelo, però è molto di più dell'assenza di parole dette; qui si evoca la capacità dell'uomo di aderire alla "salvezza" meritataci dal Verbo incarnato. Siamo chiamati infatti ad immergerci nella Pasqua di Gesù (sua morte e resurrezione), ogni volta che sentiamo il bisogno di liberarci del male che ci ferisce, giacché la salvezza cristiana continua ad operare in noi, se lo vogliamo veramente.