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I Giovani Democratici salentini contro la Tap

Data: 11/07/2013 - Ora: 16:08
Categoria: Politica

Tap

Dissentono dalla presa di posizione del Governo che l'ha definita essenziale

La presa di posizione dei Giovani Democratici salentini è contro il Governo che proprio ieri ha definito importante e strategica la Tap prevista nelle acque di Otranto. "Per anni è stato imposto al Salento - dicono - un modello di sviluppo basato su settori che non rispondevano alla sua reale vocazione territoriale, vocazioni addirittura ignorate, come quella turistica, e disincentivate come quella agricola.
Tutto ciò ha prodotto un generale indebolimento della nostra economia, che da sempre ha dovuto fare i conti con un contesto difficile in cui svilupparsi".

A dirla tutta, già negli Anni 60/70 la contrarietà all'Ilva ci fu da ambienti del Pci, in contrapposizione con gli apparati che ritenevano l'opera strategica per lo sviluppo e l'occupazione. Lo stesso fu per Cerano, ci furono battaglie di dissenso. Le opere furono poi messe in piedi, fatte funzionare, hanno dato sviluppo e progresso ma anche tolto tanto in termini ambientali e di salute.


"L’agricoltura e il turismo - continuano i Democratici - sono state attività considerate più che come reali infrastrutture su cui costruire il futuro del Salento, come hobbies. Questo ha reso la nostra offerta turistica meno attrattiva e la nostra agricoltura meno competitiva poiché non inserite in vere e proprie strategie di sviluppo.


Da qualche anno a questa parte invece, emerge sempre con più forza la vocazione turistica del Salento, che anno dopo anno attrae sempre maggiori flussi di visitatori. La strada da fare è molto lunga per recuperare il terreno perso negli anni. Come Giovani Democratici riteniamo pertanto che la costruzione del gasdotto TAP vada contro gli sforzi, seppur ancora minimi, compiuti nella direzione di uno sviluppo turistico di questa area; ma la cosa che ancor più ci preoccupa è l’ennesima dimostrazione che non si ha ben chiara la visione e la prospettiva che si vuole dare a questo territorio per i prossimi 20 anni. Sembra essersi smarrito il progetto di quel "Salento d’amare" che rappresentava insieme visione, prospettiva, sostenibilità e sviluppo.


Non siamo a priori contrari a tutto. Ma siamo preoccupati per l’assenza di pianificazione.
Siamo tuttavia consapevoli del fatto che solo la pubblicazione dello studio di impatto ambientale consentirà a tutti di esprimere valutazioni più puntuali, evitando precoci entusiasmi o allarmismi.
Ma siamo altrettanto consapevoli che l'eventuale realizzazione non potrà essere barattata con un'elemosina di soli 5 milioni di euro a favore dei Comuni coinvolti per contrastare l'erosione costiera.
Noi Giovani Democratici consideriamo passata la stagione in cui si mercanteggiavano i diritti con la storia del ricatto occupazionale perché, a fronte dei posti di lavoro (stimati) che si creerebbero, bisognerebbe stimare anche quelli che verrebbero meno negli altri settori, primo fra tutti il turismo. La vicenda Ilva avrebbe dovuto insegnare qualcosa, innanzitutto che non si possono più accettare speculazioni sulla dignità di un intero territorio.
Certo, capiamo anche l'importanza strategica dell'opera per il nostro Paese, ma riteniamo insopportabile, ai limiti della presa in giro, l’idea di chi considera il "SUD una risorsa strategica" solo quando lo si deve sfruttare.
Proprio per il carattere strategico complessivo che l’opera dovrebbe avere, si potrebbe individuare un luogo più idoneo in cui far approdare la struttura, ciò non significa essere affetti dalla sindrome di NIMBY, ma al contrario, pianificare lo sviluppo di un’intera Regione. Non sarebbe poi così peregrina l'idea di associare la riconversione della centrale a Carbone (altro bubbone nel Salento) di Cerano all'eventuale realizzazione della TAP.
In definitiva, noi siamo favorevoli affinché al Salento sia impressa una definitiva svolta turistica ed un recupero dell’attività agricola come motori della rinascita del territorio puntando sulle enormi risorse culturali, naturali e paesaggistiche possedute. Certamente, queste attività si dovranno coniugare a processi più competitivi e tecnologici. Ci risulta pertanto, davvero incomprensibile, la volontà di realizzare un impianto che risponde di più ad una vocazione industriale che il nostro territorio non possiede. Per queste ragioni avanziamo le nostre forti perplessità sul progetto Tap".

Autore: Maria Nocera

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