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Idrotermosanitaria, futuro all’insegna della stabilità

Data: 19/11/2013 - Ora: 10:45
Categoria: Economia

termoidraulica

Dal 21 al 23 novembre alla Fiera del Levante di Bari l’appuntamento con Proenergy+, l’evento professionale pensato per l’aggiornamento di progettisti, impiantisti e installatori

Con il 2013, arrivano per le imprese del comparto idrotermosanitario i primi segnali di timida ripresa, dopo che il 2012 - rispetto al triennio precedente - si era chiuso per quasi la metà (48,9%) con il segno meno, le previsioni per l’anno in corso vedono il 35,5% attendersi una chiusura di anno negativa, mentre un 37,8% prevede una sostanziale stabilità e un 26,7% si attende una crescita. Una situazione di spaccatura delle imprese su tre fronti, che si traduce anche in una visione incerta sul futuro prossimo del mercato: per il triennio 2014-2016, il 35,1% si aspetta una crescita mentre la stessa percentuale non crede invece che la situazione potrà cambiare; apertamente pessimista il 29,8% delle imprese. Tra le imprese più ottimiste quelle con fatturati inferiori ai 0,5 milioni di euro. Queste le principali evidenze emerse dall’indagine condotta sul comparto da Senaf in occasione di Proenergy+ Bari, l’evento professionale dedicato all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili, che si terrà dal 21 al 23 novembre presso la Fiera del Levante di Bari, dalla quale risulta però che, nonostante la situazione, ben il 40,2% delle imprese si dice soddisfatto dell’attuale andamento aziendale.

"La nostra indagine fotografa un comparto in difficoltà, che dopo le perdite degli ultimi anni sembra aver trovato con il 2013 un primo timido segnale di miglioramento sul fronte dei fatturati, con una riduzione del 13% di imprese che avranno una chiusura a segno meno - commenta Emilio Bianchi, Direttore di Senaf – La spaccatura delle imprese nei confronti del futuro del comparto dimostra come sia necessario creare momenti di incontro dedicati agli operatori per spiegar loro le opportunità offerte da alcune nicchie di business da esplorare, come quelle legate all’impiantistica dell’efficienza energetica e dall’integrazione dei sistemi".

Esistono però alcuni fattori particolarmente critici che ostacolano il normale svolgimento delle attività, come la difficoltà di farsi pagare (indicata dall’85,8%) e i tempi di pagamento (84,5%): su questo fronte, l’indagine evidenzia che l’85,1% delle imprese deve attendere 30 giorni o più dalla scadenza pattuita per riscuotere i propri crediti commerciali, con la conseguenza che per 7 aziende su 10 i tempi medi di incasso sono pari o superiori ai 90 giorni. Tra le criticità sono segnalate anche alcune variabili legate al ruolo dello Stato e dell’amministrazione pubblica: l’83,6% ritiene critica la burocrazia, il 78,9% i tempi della giustizia, mentre il 77,5% indica l’accesso al credito.

"Tra i fattori di criticità, per oltre la metà delle imprese, c’è la carenza di formazione del proprio personale: La professione dell’impiantista si è evoluta in una direzione sempre più green ed è perciò necessario che gli operatori trovino occasioni di aggiornamento e formazione che li aiutino ad affrontare al meglio questa sfida – ricorda Bianchi - Per questo Proenergy+ Bari offrirà oltre 100 momenti di aggiornamento sulle tematiche più rilevanti per la professione, come la progettazione integrata involucro-impianto, lo sviluppo delle tecnologie per l’efficienza e la loro applicazione, i quadri normativi e nuovi modelli energetici. Il tutto unendo chiarezza informativa e tecnica ad un approccio pratico, per rispondere in maniera puntuale alle esigenze formative e informative dei professionisti del Sud Italia".


L’INDAGINE PROENERGY+ BARI SUL COMPARTO IDROTERMOSANITARIO - SINTESI

ANDAMENTO COMPLESSIVAMENTE SODDISFACENTE PER L’86,9% DELLE IMPRESE ANCHE SE CI SONO DUBBI SULL'ANDAMENTO DEL MERCATO NEI PROSSIMI TRE ANNI. NEL 2013 FATTURATI COMPLESSIVAMENTE STABILI, CON CALO PER 3 AZIENDE SU 10. POSITIVO L’IMPATTO DEGLI INCENTIVI SUL MERCATO

L’andamento aziendale attuale soddisfa nel complesso le imprese che operano nel mercato idrotermosanitario: se il 46,7% dimostra un cauto ottimismo, vi è un 40,2% che si ritiene ampiamente soddisfatto. Solo il 13,1% si dice contrariato.
Soddisfazione che si spiega confrontando l'andamento del 2012 con il triennio precedente e le performance delle aziende nell'anno in corso. Rispetto al periodo 2009-2011, quasi le metà delle imprese del settore (48,9%) ha visto infatti chiudersi il 2012 con un calo di fatturato, contro un 26,6% che ha registrato una crescita e il 24,4% che ha mantenuto stabili i propri ricavi.
Migliora leggermente la situazione nel 2013: le previsioni - che possono già essere viste come un consuntivo dell’anno che si va a chiudere – vedono infatti il 35,5% delle aziende attendersi un calo (un dato inferiore quindi a quanto registrato nel 2012, -13,4%), mentre il 37,8% prospetta ricavi stabili e il 26,7% in crescita. Una situazione molto complessa, che lascia qualche dubbio sul futuro prossimo del mercato: il 29,8% è sicuro che la situazione peggiorerà ulteriormente, mentre un 35,1% si aspetta una crescita e un eguale 35,1% crede che il mercato rimarrà come quello attuale.
Giudicati in maniera positiva gli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici (75,9%): il 25,3% afferma che abbiano portato ad un incremento fino al 10%, il 23,1% valuta il vantaggio come compreso tra il 10% e il 20%, il 18,7% tra il 20% e il 30%, mentre un 8,8% addirittura superiore al 30%.

FOCUS SULLE PICCOLE IMPRESE CON FATTURATI INFERIORI AI 0,5 MILIONI DI EURO: RISENTONO DELLA CRISI, MA HANNO TEMPI DI RIPRESA PIÙ RAPIDI. PREVISIONI DI CRESCITA, MA TASSI DI ACCESSO AL CREDITO PIÙ ALTI.

Sono le imprese con fatturati inferiori ai 0,5 milioni di euro a registrare nel 2012, rispetto al triennio precedente, un calo più significativo dei ricavi, ma allo stesso tempo sono quello che per l’anno in corso si attendono una maggiore crescita. Se nel 2012, rispetto ai tre anni prima, è il 65% ad aver subito delle perdite - contro il 31,5% di aziende che superano i 10 milioni, il 47% di quelle che fatturano tra i 0,5 e i 2 milioni e il 47% di quelle che fatturano tra i 2 e i 10 milioni – nel 2013, il 38% prevede una crescita – contro il 19% delle imprese che fatturano tra i 2 e i 10 milioni, il 23% di quelle che fatturano tra i 0,5 e i 2 milioni di euro. Anche per quanto riguarda le aspettative nei confronti del mercato, le imprese con ricavi inferiori ai 0,5 milioni sono più ottimiste: è ben il 48% ad aspettarsi una crescita contro il 12% delle imprese che fatturano oltre 10 milioni; per quest’ultime il mercato stagnerà ulteriormente (lo afferma il 56%).

I LUNGHI TEMPI DI PAGAMENTO, LA DIFFICOLTÀ NELLA RISCOSSIONE CREDITI, GLI ASPETTI FISCALI E LA MACCHINA DELLA BUROCRAZIA SONO I PRINCIPALI OSTACOLI ALLA VITA AZIENDALE.

Per le imprese del settore la vita aziendale non è sempre facile. Ad ostacolare la normale attività e a preoccupare gli imprenditori sono soprattutto i tempi di pagamento (li indica l'84,5%) e la difficoltà nella riscossione dei crediti (85,8%): è infatti l’85,1% a dichiarare di dover attendere oltre la scadenza pattuita per riscuotere i propri crediti commerciali. Se il 26,4% incassa non oltre i 30 giorni, il 37,9% delle imprese dichiara tempi d’attesa tra i 30 e i 60 giorni, mentre solo per il 14,9% i pagamenti sono puntuali. A causa dei ritardi, i tempi di incasso dai clienti si protraggono: per il 72,6% delle aziende i tempi medi di incasso sono pari o superiori ai 90 giorni, mentre solo per il 27,3% la riscossione avviene entro 60 giorni.

A preoccupare le imprese del settore, ci sono anche alcuni fattori non direttamente relazionabili alle attività produttive, ma che si ricollegano al ruolo dello Stato nella vita produttiva. Per l'83,6% è la scarsa flessibilità della burocrazia a rappresentare un ostacolo, tanto che ben il 35,2% la indica come fattore di estrema criticità, mentre il 78,9% teme le lungaggini dei tempi giudiziari in caso di controversie. A seguire, il 77,7% indica gli aspetti fiscali e il 77,5% l'accesso al credito, ed un 75,9% teme l'incertezza normativa.

Anche la concorrenza del mercato rappresenta un fattore critico: per il 74,4% i prezzi di vendita sono visti come elemento d’ostacolo. Su questo aspetto infatti, nel 2013 rispetto all’anno precedente, l’andamento dei prezzi alla vendita si è mantenuto stabile per il 32,2% o ha subito un leggero calo (27,8%), mentre i prezzi di acquisto rimangono invariati (32,6%) o in leggero aumento per il 22,5%.

LE IMPRESE DICHIARANO FACILITÀ DI ACCESSO AL CREDITO E TASSI DI INTERESSE TRA IL 6% E IL 7%. BUONA LA LIQUIDITÀ E LA SOLVENZA NEI CONFRONTI DEI FORNITORI

L’accesso al credito e il costo del capitale preoccupano 7 aziende su 10: interrogate sulla variazione del rapporto con le banche, negli ultimi 12 mesi, rispondono che l’accesso al credito non ha subito grosse variazioni (58,6%), ma c'è il 33,8% che dice che è peggiorato. Il tasso medio di interesse offerto dagli istituti di credito varia tra il 6% e il 7% per il 47,1% delle imprese, mentre il 31,4% dichiara di pagare un tasso inferiore al 5%. Se si va a confrontare il tasso di interesse concesso e il fatturato si nota un rapporto inversamente proporzionale: all’aumentare del fatturato diminuisce il tasso richiesto. Se infatti un quarto delle imprese che fattura meno di 5 milioni di euro dichiara di avere tassi che superano l’8% di interesse, tutte le imprese con oltre 10 milioni di fatturato dichiarano di avere crediti con tassi inferiori o pari al 7%.
Sul fronte della liquidità, se il 28,5% giudica in maniera negativa i flussi di cassa del terzo trimestre, per il 56% sono stabili e per il 15,5% risultano addirittura positivi. Una situazione di fluidità, che permette alle imprese di riuscire a saldare i debiti con i propri fornitori in tempi più stretti di quelli in cui riscuotono i propri crediti: ben il 90,8% dichiara di pagare entro 90 giorni; il 5,7% paga a 120 giorni e un 3,4% paga a 150 giorni o oltre.

IL PERSONALE NELLE AZIENDE DELL’INSTALLAZIONE IDROTERMOSANITARIA RIMANE STABILE. LA FORMAZIONE COME ASSET AZIENDALE SIA NEI CONFRONTI DEI DIPENDENTI SIA DEI CLIENTI

Come i fatturati anche l’impiego di forza lavoro registra una stabilità. Negli ultimi tre anni, infatti, oltre la metà del campione (55,4%) dichiara di aver mantenuto stabile il numero dei dipendenti contro un 27,1% che ha dovuto tagliare; il 17,4% ha assunto nuovo personale. Nei prossimi 12 mesi sarà il 10,6% a pianificare assunzioni mentre per il 69,5% il numero di dipendenti rimarrà invariato. Tagli di personale per il 20% delle imprese.

La formazione e l’aggiornamento tecnico rappresentano un asset fondamentale per le imprese del comparto sia nei confronti dei propri dipendenti, ma anche e soprattutto su quello dei clienti. Se il 38,3% prevede momenti di formazione interna fino a 10 ore annue per addetto, il 23,5% tra le 11 e le 20 ore mentre ben il 22,2% tra le 21 e le 30, i numeri aumentano quando si guarda alla clientela. Quasi la metà delle aziende dedica almeno 10 ore di formazione all’anno (48,8%), mentre il 34,6% dedica a propri clienti tra le 11 e le 30 ore di aggiornamento e un 15,5% arriva a destinarne addirittura oltre 40. "Per un’azienda – afferma Bianchi - Formare i propri clienti è infatti un fattore indispensabile per aumentare il proprio mercato"

NOTA METODOLOGICA: Indagine condotta su 4.300 contatti utilizzando i metodi CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) e CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing). Sono state raccolte oltre 330 risposte, un campione casuale, statisticamente significativo, caratterizzato da una distribuzione territoriale allineata a quella dell’universo di partenza. L’indagine si è svolta nel corso del mese di ottobre 2013.

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