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Data: 16/07/2014 - Ora: 10:35
Categoria:
Politica
Il PD deve creare le basi per un dibattito scevro da condizionamenti coinvolgendo il mondo delle associazioni e la cittadinanza per permettere a tutti di esprimere la propria posizione
Aspettando che sull'argomento si esprima il Pd leccese arriva il fermo No del Pd brindisino circa l'eventualità di approdo del gasdotto in alternativa al territorio salentino. E' un'ipotesi che il Pd brindisino respinge
perchè è una terra che ha già dato.
"In questa debole argomentazione - dicono - si continua a dimenticare che Brindisi è già servita dal gasdotto Snam e che le industrie energetiche che insistono sulla zona industriale non avrebbero alcun giovamento, e quindi alcun interesse, da questa opera infrastrutturale.
Si continua inoltre a reputare irrilevante il coinvolgimento e l’ascolto di chi ha tutto il diritto di esprimere un parere informato.
Non ci si può accontentare che l’individuazione di ulteriori ipotesi di approdo vengano formulate dalla multinazionale il cui unico obiettivo rimane di natura lucrativa ed industriale.
L’argomentazione, "not in my yard" non può essere l’unica a caratterizzare il confronto.
Diversi punti di vista hanno pari dignità ed è necessario che comitati scientifici si confrontino e si esprimano.
Il PD deve creare le basi per un dibattito scevro da condizionamenti coinvolgendo il mondo delle associazioni e la cittadinanza per permettere a tutti di esprimere la propria posizione ed a formulare richieste di contro bilanciamento per un territorio vessato da decenni di devastazione ambientale a tutti i soggetti interessati.
Infine, ancora una volta, è opportuno ricordare che proprio in mancanza di dati puntuali ed alla luce delle note problematiche ambientali che hanno segnato ed ancora segnano il territorio brindisino, il Partito Democratico Cittadino, prima, e tutto il Consiglio Comunale, dopo, hanno espresso con fermezza il proprio no al gasdotto".
Nessuno dimenticherà, sempre in terra brindisina, la costruzione del rigassificatore mai avvenuta. A marzo del 2012 però il gasdotto ha subito un duro colpo: la British Gas Power Spa, costruttrice di 5 rigassificatori in Italia ha rinunciato alla costruzione del rigassificatore, punto di partenza per l'intero progetto. Sarebbe stato il canale di collegamento tra l'Italia e il mega-gasdotto europeo South Stream, il gasdotto che unirebbe la Russia con l'Unione Europea sviluppato da Eni e Gazprom. La motivazione della rinuncia data dal colosso inglese sarebbe che in Italia c'è troppa burocrazia. Infatti la richiesta di autorizzazione a costruire risale a 11 anni fa.
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