Il contesto in cui oggi opera Gesù è il lago di Tiberiade: Egli è in barca con i Suoi,
quando viene individuato dalla folla, che lo vuole raggiungere perché ha visto i segni
di guarigione da LUI operati, a vantaggio di persone fragili, ammalate. Il Signore,
lasciata l'imbarcazione, sale su un monte, insieme con i discepoli... Non può sfuggire
però al Suo sguardo la tanta gente che cerca di raggiungerLo. Il luogo è deserto, le
migliaia di uomini, accompagnati da donne e bambini, sono stremati dalla fame.
"Che cosa avete?" Gesù domanda e Filippo che Gli risponde "Qui c'è un ragazzo che
ha cinque pani d'orzo e due pesci "..."Fateli sedere" - ordina il Maestro ai Suoi.
Giovanni racconta che Egli stesso comincia la distribuzione dei pani e dei pesci che
avanzeranno, (cinque sporte di pezzi di pane) dopo aver abbondantemente saziato
la moltitudine di persone. Triste la conclusione della bella esperienza relazionale tra
Gesù e la folla. Dalla colpa originale l'uomo non sa vivere la gratitudine gioiosa del
dono di Dio, senza sporcarla di utilitarismo, frutto della triste avarizia che lo
domina... La folla vuole fare "re" Gesù per ottenere la soddisfazione gratuita dei suoi
bisogni primari. Di fronte a tale tristo progetto, Gesù si allontana. Noi, che oggi
conosciamo il desiderio divino di offrirsi all'uomo nella Eucaristia, come pane
quotidianamente e dolorosamente spezzato, se abbiamo ancora un po' di
sensibilità, pensiamo al dolore che Egli avrà provato, di fronte alla miseria in
inenarrabile dell'umana speranza: finalmente cibarsi senza spesa!