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Il Vangelo di domenica: tutti noi siamo creature

Data: 29/09/2022 - Ora: 10:43
Categoria: Cultura

vangelo

Commento al Vangelo della XXVII Domenica del Tempo Ordinario.


Per entrare con il cuore di "figli" in questa pagina del Vangelo di Luca, dobbiamo
spiegarci il significato di due termini "servo" e "inutile" perché altrimenti potremmo
deformare la nostra relazione con Dio, che, per noi cristiani, è fondante.
Tutti noi siamo "creature", fatte a Sua immagine e somiglianza, chiamati – se
vogliamo restare nel "Suo" progetto salvifico-, ad obbedire alla "Sua" volontà: Vita
eterna, in Lui, (=Paradiso). La Madonna nel "Magnificat", che canta, una volta che la
cugina Elisabetta la chiama "beata", si definisce "la serva del Signore", ancor prima
che Sua "madre", così come l’arcangelo le aveva annunciato di essere. Chissà perché
poi nelle nostre relazioni interpersonali, nel termine servo, è prevalso, sul riferimento
alla forza affettiva, il concetto di "schiavitù", di sfruttamento, di perdita della libertà,
a vantaggio del signore-padrone (umano).
Il secondo termine è "inutile" che non significa "che non serviamo a nulla" per il
Signore, ma che il nostro legame, con il Padre dei Cieli, non si compendia nel "favore"
(=utile) che da LUI ci attendiamo, ma nell’eterna relazione filiale con LUI…, come
dicevamo "Vita eterna" che ci prepariamo con le opere e la preghiera.
Gesù usa tali termini perché ha in mente, naturalmente, la società dei suoi tempi,
fondata sul lavoro pastorale e agricolo,…(il terziario non esisteva), nel quale si
distinguevano "i padroni" e "i subalterni" (fattori, coltivatori diretti, mandriani ecc.);
questi erano a servizio a tempo pieno del "padrone" col quale convivevano. Oggi il
Maestro avrebbe parlato di "datore di lavoro", "imprenditore" e "operai" o
"impiegati" e di collaborazione fra il primo e gli altri. Certamente però il cristiano
"fedele" non è uno stipendiato che "vende" la sua preghiera o la sua virtù al Signore,
in cambio dei suoi favori(=grazie richieste). Sarebbe snaturare il rapporto padre-figlio,
qual è quello che ci unisce a Dio, al Quale ci legano fiducia(=fede) piena e Amore.
Ecco il valore della conclusione di questa pagina, il cui senso è: "Signore, non
abbiamo lavorato per Te per ottenere i tuoi favori ma perché ci fidiamo e Ti amiamo,
certi che Tu ci ami e vuoi, per noi, il Bene che noi non sappiamo prevedere, né
scegliere".

Autore: Mariagrazia Camassa

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