I) Dio fa piovere l’Amore a catinelle,
sul mondo, abitato dagli uomini:
c’è, fra noi, chi ne assume
soltanto quattro gocce,
mentre altri vi si inzuppa,
come chi, senza ombrello,
cammina, a lungo, sotto l’acquazzone.
Gli innamorati, sulla terra,
credono ancora che l’amore
resti di loro esclusiva pertinenza,
ignorano, ahimè, i tapini,
che la loro unione è simile
a scarsa e breve pioggia,
semplice segno del diluvio d’Amore
che, ogni giorno,
Dio manda sull’umana prole.
Desidera il Signore, con tale Sua effusione,
trasformare in fecondi e verdeggianti campi
gli aridi deserti che abitano
i nostri cuori.
È difficile purtroppo, ai nostri giorni,
riuscire a contemplare, intorno a noi,
il creato, chiusi, come siamo,
da barriere di cemento, quali
le attuali costruzioni cittadine.
Quanto manca il Cielo al nostro sguardo!

Ignoriamo ormai anche il bel volto
che presenta la nostra vecchia madre terra,
la quale continua, generosa, ad offrirci
"fiori, frutti ed erba"
nonostante la nostra insipiente, ingrata rozzezza.
I raggi, che, dall’alto, ci inviano
le stelle,
sono splendidi messaggeri del Signore,
che, nella loro luce, ci rivela squarci
della vita eterna, a noi promessa.
Gesù Cristo, nostro Redentore, resta chino
su ogni uomo, ansioso per la sua sorte;
e "Ti se fatto male?" domanda
a chi inciampa e cade,
quindi gli resta accanto
se ferito. Allo stesso modo,
nelle vesti di buon Samaritano, Gesù si prese cura
del malcapitato, rimasto a terra,
vittima di ladroni,
mentre scendeva a cavallo verso Gerico.
Fino a quando vivremo sulla terra,
cittadini del tempo, non saremo mai soli;
il Cristo sarà nostra gioia,
e, quando piangeremo,
triste il cuore,
Egli continuerà ad abitarci, e, intimo,
prenderà in spalla

il nostro dolore e lo porterà,
insieme con la Croce,
fino al Calvario
per farne offerta al Padre.

II) Nelle mani dell’uomo, operose,
il Creatore infonde, ogni giorno,
nuova passione, mentre trasmette
tenero stupore al nostro sguardo,
indirizzandolo verso bellezze sempre nuove.
Il Signore apre orecchio e cuore
al compositore perché l’armonia
del fiume, che nel letto scorre, e dello spirar del vento
possa divenire note da lui trascritte
sopra un pentagramma.
Dio stesso dona, inoltre, dolcezza melodiosa
alla voce di usignoli e allodole,
echeggianti gli stessi cori degli Angeli,
perché ne godano anche gli uomini.
La tenerezza che l’universo
trasmette al nostro cuore,
non è frutto del caso, ma
dell’Amore divino,
che ce la offre.
Se non riusciamo a comprendere
le ragioni di tanto grande
generosità di Dio, ricordiamo che
LUI è nostro Padre amante,

al Quale possiamo, ogni giorno, con gratitudine,
offrire in cambio la nostra lode filiale,
prima di tutto per Gesù Cristo.
L’Unigenito, nostro Redentore,
Sapienza eterna,
ci accoglie sempre, senza alcuna esclusione,
così come siamo.
Ed è stato, sulla Croce,
prima di spirare,
che ci ha offerto anche il Suo Spirito,
eterna Carità, cuore del mondo,
generatore di vita e, da sempre, origine
della divina Relazione.
Senza lo Spirito, quindi, non è dato vivere
ad alcuna creatura.
Chi Lo rifiuta precipita
nell’inconsistenza; piomba in una
noia mortale, turba i suoi giorni
con una tenebrosa tristezza …
In breve, rende impossibile
la propria esistenza.