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Data: 06/10/2014 - Ora: 10:47
Categoria:
Politica
Il Comitato di Tutela del Paesaggio, con il movimento No-Tub e tutte le associazioni ambientaliste e migliaia di cittadini, si oppongono da anni alla realizzazione dell'opera
Il rischio c'è ed è grosso, immenso. Si tratta dell'eventualità, non remota, che un mare di reflui fognari vengano scaricati a Torre Inserraglio e quindi a Porto Selvaggio, l'oasi naturale tra le più belle d'Italia, tra un polmone verde e le fresche acque limpide e cristalline del mare.
Succede che è previsto un progetto dell'Acquedotto Pugliese che fa capo, come si sa, alla Regione Puglia. "La stessa Regione - si legge nelle carte del comitato che si batte affinchè la disgrazia non avvenga - che per sopraggiunta sensibilità ambientale impedisce ai privati la realizzazione di un resort da 70milioni di euro nella zona della Sarparea non è abbastanza sensibile da impedire che un fiume di reflui fognari venga riversato a Torre Inserraglio, nel cuore della riserva di Portoselvaggio-Palude del Capitano [vedi: Palude del Capitano http://youtu.be/Vvpq0Ym5UEQ?t=1m ], in un area "a confine" (come se il mare avesse dei confini!), con il Parco Marino di Porto Cesareo e a pochi passi da una delle 20 spiagge più belle d'Italia.
"Proprio lì Acquedotto Pugliese - scrive Agostino Indennitate - ha immaginato di concentrare in un unico canale di scolo i reflui fognari di 300MILA persone (per Porto Cesareo recenti studi sul turismo hanno ipotizzato una presenza estiva di ben oltre 200mila persone) con un progetto imperniato attorno ad un depuratore che non c'è, parzialmente realizzato ma svuotato dai vandali e oggetto di sentenza del TAR che lo ha dichiarato non realizzabile (ora è pendente un ricorso al Consiglio di Stato!)".
Il Comitato di Tutela del Paesaggio, con il movimento No-Tub e tutte le associazioni ambientaliste e migliaia di cittadini, si oppongono da anni alla realizzazione dell'opera e, attraverso i mezzi di stampa e i rappresentanti istituzionali, hanno invitato più volte l'ente pubblico Acquedotto Pugliese ad individuare altre ipotesi per risolvere il problema di Porto Cesareo (città priva di impianto fognario) e per migliorare la situazione di Nardò, città per la quale si chiede un sistema moderno di riuso delle acque, in modo da eliminare la vergogna di uno scarico a mare, tutt'ora esistente, di un depuratore che non espelle certo acqua da bere.
Questi inviti si sono tradotti in documenti ufficiali del Comune di Nardò che rappresentano un impegno politico e, anche, la formalizzazione di questa nuova sensibilità, figlia anche delle esperienze romagnole, dove da vent'anni associazioni come "Basta Merda in Mare", combattono per eliminare uno scandalo che ha gravemente danneggiato la natura, l'economia e la salute di molti ignari bagnanti.
Uno scandalo che nel Salento stiamo ripetendo in peggio: i casi paradossali di Portoselvaggio, Torre Guaceto e Torre Colimena, fotografano in maniera incontrovertibile questa mancanza di attenzione per ecosistemi peculiari e fragili.
Giorno 8 ottobre, in occasione di una Commissione Ambiente allargata, che discuterà dell'argomento, la Sala Consiliare del Comune di Nardò sarà nuovamente teatro di questa tragica vicenda. Le istituzioni interessate saranno impegnate in un confronto che verrà evidentemente condizionato da impegni formali assunti e volontà politiche ed amministrative differenti: da un lato il Comune di Nardò, che, forse colpevole di una tardiva presa di coscienza, si è chiaramente espresso all'unanimità contro questi progetti. Dall'altro AQP, determinata a dare corso alle opere, e la Regione, che non pare voler desistere dall'intento di trovare una soluzione (necessaria) per Porto Cesareo passando per una concentrazione di reflui a Torre Inserraglio (nel parco di Portoselvaggio-Palude del Capitano) e dalla costruzione di una condotta fognaria che s'intende far passare ai margini della Palude del Capitano, in una zona estremamente delicata.
In tutto ciò l'iter procedurale, la legge, gli impegni già affrontati da AQP ci mettono in una situazione di svantaggio.
"La Puglia di Nichi Vendola e l'AQP si profilano all'orizzonte come il possente esercito persiano di Serse I, contro il quale noi cittadini ci sentiamo meno forti ma, senz'altro, combattivi e disposti a tutto come i Trecento delle Termopili.
Sta a Nichi Vendola e ai suoi decidere cosa voler fare, se ascoltare i consigli di Dario Stefano, dispensati proprio poche ore fa e che senz'altro potremo considerare validi per la costa di Nardò, che invita l'ente AQP a rispettare i territori e considera interventi simili a quelli prospettati per Nardò-Porto Cesareo "oggettivamente inaccettabili". [cfr. http://www.affaritaliani.it/puglia/stef-no-su-torre-guaceto-manduria-e.html ]
O sono inaccettabili altrove e da accettare per forza a Nardò?
Sappia chiunque dovesse malauguratamente decidere di realizzare quest'opera così pericolosa per Portoselvaggio, per la Palude del Capitano e per l'intero territorio di, che, così facendo, si candida a diventare, al primo incidente o al primo malfunzionamento, un devastatore ambientale!", si legge malinconicamente in fondo al documento dell'associazione.
Autore: Maria Nocera
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