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Data: 25/07/2018 - Ora: 11:18
Categoria:
AttualitÃ
Le donne e gli uomini si comportano in modo diverso
Una società complessa come quella di oggi fa lievitare i problemi di natura psichica a tal punto che il fenomeno del suicidio sta diventando un problema serissimo. Ma vediamo di capire meglio cos'è il suicidio e altri aspetti sociologici.
Per suicidio si intende un atto individuale di piena e consapevole volontà nel togliersi la vita, esistono tuttavia comportamenti analoghi che si contraddistinguono dal suicidio per specifiche differenze: tali condotte sono chiamate come comportamenti di parasuicidio e ideazioni suicidarie.
Il comportamento di parasuicidio è caratterizzato da un particolare stato emotivo che porta il soggetto a effettuare atti di autolesione che in caso di mancato intervento esterno, può risultare fatale (ad esempio l'assunzione di un farmaco in quantità eccessiva rispetto al dosaggio consigliato).
L'deazione suicidaria presenta una situazione in cui il soggetto prova ad effettuare un atto suicidario senza portarlo a termine con gradi variabili di modalità e intensità .
Prima di esporre le varie statistiche inerenti al tema suicidario, è opportuno fare una distinzione tra suicidio come conseguenza infausta ed estrema di disturbi psichiatrici e il risultato di un periodo particolarmente doloroso per un individuo come un lutto di una persona cara o un forte dispiacere.
Le persone che soffrono di disturbi psichici hanno diverse possibilità di ricorrere al rischio suicidario, specialmente coloro che presentano disturbi dell'umore riconosciuti dal DSM (depressione disturbo bipolare e borderlaine).
I pazienti che soffrono di disturbo bipolare hanno episodi di suicidio maggiore rispetto alla depressione che varia dal 25 al 50% dei casi: questo perchè la patologia mista di disturbo bipolare presenta una disfonia dell'umore cosi grave ed altalenante da risultare fatale.
Per quanto riguarda il disturbo schizofrenico, troviamo una percentuale del 10% di atto sucidario e del 40% di tentativi di atti suicidari.
Come è stato anticipato nelle righe precedenti, la nostra sfera psichica può non reggere, a causa di eventi esterni, alcuni traumi che riguardano anche condizioni fisiche drammatiche: generalmente le malattie che portano un individuo a togliersi la vita sono quelle degeneratve come il cancro, l'AIDS, la sclerosi multipla, la Corea di Huntington.
Eventi di parasuicidio dovuti a una condizione psicosociale danneggiata sono tipici di chi non riesce a superare un lutto e assume un comportamento antisociale che lo isola, effettuando un inevitabile passaggio tra atto di parasuicio ad atto di suicidio: infatti l'annullamento sociale porta la psiche a non accettare nessun'altra via di fuga se non la distruzione della vita e quindi della sofferenza che viene amplificata al massimo dalla solitudine.
Analizzando il suicidio tra sesso ed età è stato riscontrato una tendenza all'atto suicidario superiore negli uomini e parasuicidario nelle donne per una ragione specifica: l'uomo per natura è meno incline a manifestare le proprie debolezze poiché non ammette l'idea di apparire vulnerabile e la sua tendenza nel mostrarsi sempre forte alimenta comportamenti iracondi e talvolta aggressivi.
La donna al contrario non considera i sentimenti come una debolezza da reprimere, ma li pone come argomenti di dialogo e confronto (tendenzialmente è più facile per una donna chiedere un supporto psicologico), per questa ragione gli atti parasuicidari da parte di una donna sono più che altro tentativi di manifestare in maniera quasi estrema le proprie emozioni.
Altra differenza di genere sessuale è presentata dal fattore perdita del lavoro: un uomo che perde il posto di lavoro si sente fallito e castrato dalla sua virilità secondo l'ormai vecchia quanto superata convinzione sociale in cui l'uomo deve provvedere al mantenimento della famiglia.
La perdita di questo ruolo per la donna è vissuta in modo sicuramente più sereno in quanto essa è in grado di trovare gratificazione anche in attività extra lavorative.
Purtroppo negli ultimi anni sono stati registrati parecchi decessi tramite suicidio schedati ed analizzati dall'Osservatorio Suicidi per la crisi economica grazie al laboratoruo della Link Ecampus, che ha registrato nel 2014, 201 sucidi scesi a 189 nel 2015 per poi risalire nel 2016 al 20% in più rispetto alla seconda metà del 2015.
Vi sono varie tecniche sanitarie per prevenire il rischio suicidario di un individuo, primo fra tutti è il colloquio clinico psichiatrico nel quale lo psichiatra effettua un'anamnesi medica e psichiatrica del paziente con lo scopo di individuare elementi che possono diminuire o incrementare la volonta del togliersi la vita.
E' fondamentale creare un feeling tra medico-paziente sufficiente a quest'ultimo per affidarsi alle cure farmacologiche e psico-terapeutiche mantenendo tuttavia un distacco da parte del medico per evitare che possa essere troppo coinvolto emotivamente dalla sofferenza del paziente.
Il medico indaga oltre che sull'anamnesi del paziente anche sulla sua condizione psico-sociale con la famiglia, gli amici e infine sulla sua credenza religiosa riguardante il tema della morte e del suicidio che potrebbe inflluenzare la decisione del paziente.
In seguito ai risultati del colloquio, se il soggetto non presenta alcun disturbo mentale e tuttavia si suicidia, non viene attribuita nessuna responsabilità allo psichiatra in quanto egli in assenza di malattie mentali non ha nè l'obbligo né il diritto di impedire ad un individuo l'atto suicidario sulla base del fatto che seppure in maniera estrema, il suicidio è una manifestazione di libertà individuale.
Se invece vi sono delle dinamiche cliniche accertate e il paziente si toglie la vita, è possibile perseguire lo psichiatra ponendogli l'addebito di non aver valutato adeguatamente la gravità della malattia o comuque di non averlo curato nel migliore dei modi.
Per ottenere una condanna ai danni del medico, è necessaria l'accertamento di un suo errore dovuto a negligenza o imperizia.
Da un punto di vista farmacologico, nonostante la vasta gamma di antidepressivi, ansiolitici e antipsicotici, non vi è stata trovata nessuna evidenza certa che possa annullare il rischio suicidiario.
Concludo questo articolo facendo una riflessione filosofica letteraria del tema suicidio ricordando come questo gesto sia stato condannato e biasimato da Dante Alighieri che nella Divina Commedia pone i sucidi nel girone dell'Inferno ma nello stesso tempo ammira Catone che si toglie la vita per una nobile causa.
Tale contraddizione pone in evidenza come l'atto sucidiario sia inacettato dall'opinione universale se visto come gesto egoistico ma ammirato se effetutato per perseguire una giusta causa o per salvaguardare un' ideale o una fede
Autore: Susanna Conte
Data: 22/12/2022
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