"Mi è sembrato di riascoltare Te, Signore,
dopo esserci parlati intensamente, durante
la preghiera, quando, dolente per la tua
solitudine e i nostri umani tradimenti,
mi sono trovata a piangere, davanti a Te,
che invece sorridevi …
Proprio la tua indulgenza mi ha rivelato
il cappellano del nostro ‘Vito Fazzi’,
ospedale di Lecce, mentre ci narrava dei malati,
solitari, sofferenti, in cui, trovare Te,
è stato per lui facile.
Ho pertanto dovuto dedurre che,
se noi ancora non ti amiamo, quanto
Tu meriti, Uomo della Croce,
da noi Tu non ti allontani, anzi
continui ad abitarci e, con larghi gesti,
a noi, fratelli, ti mostri:
- Figlioli, sono con voi! Eccomi! - ripeti.
Degli ammalati, dei piccoli, degli scartati, fai uso
come tuo tramite, perché noi finalmente
Ti riconosciamo presente nel mondo, generoso
Creatore di nuove bellezze, Elargitore
di beni, chino su ogni uomo che soffre!
Dio nostro, fiducioso, Tu attendi ogni giorno
che, pentiti umilmente, a Te ci convertiamo,
con cuore finalmente desideroso di amarti,
nostro Redentore, per noi, morto e risorto."

Noi, uomini, non siamo, per natura nostra, amabili,
pure Dio non si stanca di versarci in cuore,
il suo immenso Amore perché noi Lo riveliamo
agli altri, amandoli intensamente, tutti.
In questo modo, attestiamo al nostro povero
vecchio mondo che il Signore ha posto in lui
la sua dimora, da quando ha scelto di vivere, uomo
fra gli uomini, e di restarvi, vivo, nel Vangelo
e nel Pane Eucaristico.