In merito agli inquinamenti ambientali riscontrati anche nel Salento, l'Amministrazione provinciale capitanata da Antonio Gabellone ha deciso di chiamare in causa l'Ilva e Cerano, citandole in giudizio. Il disappunto della Confindustria non ha distolto il presidente Gabellone dagli intendimenti, l'iniziativa ha il plauso di associazioni e cittadini. Ma per rendere il monitoraggio degli inquinamenti più prossimo al vero, l'opposizione di Palazzo dei Celestini ha, a sua volta, chiesto a Gabellone se non sia il caso di far partire una ricerca anche sugli impianti industriali del territorio. Nello specifico dell'interpellanza si chiede a Gabellone: nel rispetto della decantata volontà di tutelare il diritto alla salute dei cittadini salentini, di procedere, nel breve tempo, ad avviare ed attuare il progetto consistente nel campionamento in continuo dei microinquinanti derivanti dalle industrie a rischio ambientale operanti nel territorio compreso nella provincia di Lecce;

e ancora: Lei e la Giunta provinciale avete rispettato l’impegno conferitovi dal Consiglio provinciale a svolgere opera di sensibilizzazione nei confronti dell’Istituto Superiore di Sanità e di tutti gli organismi locali competenti in materia di inquinamento ambientale e di tutela della salute pubblica, per uno studio più approfondito circa gli effetti nocivi delle emissioni della Centrale Enel di Cerano sulle nostre popolazioni al fine di evitare i ritardi che si sono verificati con il polo siderurgico di Taranto;
?ad intervenire presso le Autorità governative competenti per realizzare ciò che è stato attuato per Taranto e Brindisi nell’ambito del progetto "SENTIERI" (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento);
?ad intervenire nei confronti della Regione Puglia per estendere l’applicabilità e gli effetti della L.R. 24 luglio 2012 n. 21, anche agli impianti industriali in esercizio nel territorio della provincia di Lecce".

In buona sostanza, quel che l'opposizione chiede è di guardare anche in casa propria e non solo nel giardino delle province vicine.

E nell'interpellanza si fanno riferimenti specifici a quali aziende: "Nel Salento operano impianti di incenerimento e coincenerimento di rifiuti urbani, industrie metallurgiche e di produzione di cemento, ecc., che spesso hanno fatto e fanno discutere molti cittadini sulle conseguenze ambientali e sanitarie derivanti dal loro funzionamento;

• che le predette fabbriche, alcune di esse di notevoli dimensioni, producono durante il ciclo di produzione sostanze quali diossine e furani altamente dannose per la salute pubblica, perché cancerogene".

Infine si chiede di tener fede a quanto stabilito dallascorsa Amministrazione provinciale, che "pose le basi per realizzare un progetto concernente il campionamento in continuo dei microinquinanti derivanti dagli opifici a rischio ambientale ubicati nella provincia di Lecce, destinando allo scopo risorse economiche".