Geometrie variabili. Questa è la politica italiana e non da ieri. Ieri è stata la giornata dell'apoteosi, certo, con un terremoto politico incalcolabile all'oggi. In realtà, oltre alla decadenza politica di un leader di lungo corso, Silvio Berlusconi, si è disegnata una nuova mappa che andrà via via prendendo forma da qui fino alle prossime elezioni politiche. Che una fetta di pidiellini si stesse staccando da Berlusconi era nell'aria, si vociferava, erano i retroscena di molti giornali e le letture più interessate di chi non si fa sfuggire nulla. Ma che fosse diventato tutto realtà era di là dal divenire. Ieri, tutto si è materializzato: una nuova maggioranza fatta ancora di intese, ma che non ha bisogno più del leader carismatico storico.

I figli fagocitano il padre e per sempre. Angelino Alfano e gli altri venti e passa dissidenti sono la nuova destra che verrà, più europea, meno manichea. E' da lì che partono e c'è da scommettersi che molti si accoderanno nel prossimo futuro se non nei prossimi giorni. Per fare un esempio di casa nostra, la dichiarazione dell'europarlamentare Raffaele Baldassarre che in un post ha detto: "Votare la sfiducia sarebbe stato un errore fatale".

L'altro fronte, quello capeggiato da Enrico Letta, il vero gigante della storia di ieri, dovrebbe rappresentare la sinistra. Non con pochi mal di pancia, perchè una sinistra siffatta piace a pochi che si riconoscano appartenenti a quella storia politica, sia con Letta o Renzi che verrà. Letta tutto questo lo sa, sa anche che è molto probabile che perderà la sfida con il sindaco di Firenze e nella scacchiere futuro ci potrà essere ancora un posto importante a condizione che la balena venga realmente ricostituita. Insomma, c'è da scommettere ancora che le scosse telluriche non sono solo quelle di ieri, altre ne verranno e saranno molto più probabili nel centrosinistra che nel campo avverso.