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La coda al Fazzi per donare il sangue

Data: 13/07/2016 - Ora: 12:54
Categoria: Attualità

coda

Tragedia Treno Corato-Andria

Serve ancora sangue per i feriti della tragedia del treno Corato-Andria.Quella della foto è la coda che si è creata al Fazzi di Lecce per donare il sangue ma è un po' quello che sta succedendo presso gli ospedali della regione.

Fino alle 19 – anche domani – tutte le persone in età compresa tra i 18 e i 65 anni possono donare presso gli ospedali di Lecce, Gallipoli, Casarano, Galatina, Copertino. Per gli over 65, invece, è necessaria una valutazione clinica. Quello maggiormente richiesto è il sangue di tipo 0, ma tutte le donazioni sono ben accette.

Le strutture trasfusionali della Regione Puglia sono state in grado di gestire in completa autonomia l’eccezionale fabbisogno trasfusionale e non c’è stata quindi la necessità di attivare piani di mobilità dalle altre regioni." Così il dr. Giancarlo Maria Liumbruno, Direttore centro Nazionale sangue, Istituto Superiore di Sanità, è intervenuto a Cuore e Denari su Radio 24 sull’emergenza sangue in Puglia, e continua: "Abbiamo da poche settimane in vigore un piano nazionale per la gestione delle maxi emergenze, che è stato approvato con un accordo dalla Conferenza Stato Regioni, abbiamo allertato le regioni che avevano disponibili scorte per le maxi emergenze, ma l’ondata di solidarietà è stata così grande che le strutture hanno sopperito con quello che avevano e con quello che hanno raccolto".

A Nicoletta Carbone, conduttrice di Cuore e Denari su Radio 24, che chiede se l’appello ad andare a donare sia il segnale di un’emergenza sangue nel nostro paese il Direttore del centro nazionale sangue risponde: "Il sistema trasfusionale italiano è un sistema governato che si basa su un volontariato ben organizzato, quindi i fabbisogni trasfusionali trovano risposta regolare e quotidiana nelle donazioni programmate e in caso di eventi straordinari si attiva la catena di solidarietà, ma è una catena comunque governata dal mondo del volontariato e dalle strutture trasfusionali per porre un freno quando l’emergenza cessa e poi - conclude il dr. Liumbruno a Radio 24 - c’è anche un piano nazionale per la mobilità di sangue in seguito a maxi emergenze".

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