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Data: 21/03/2022 - Ora: 12:07
Categoria:
Economia
Salento, sono tanti i paesi profondamente cambiati
Una nuova chiave di lettura del tessuto imprenditoriale per comprenderne l’evoluzione
L’economia salentina si è trasformata con il passare del tempo. Alcuni paesi sono riusciti a preservare la loro
vocazione agricola, altri, invece, sono profondamente cambiati, puntando di più sul commercio o sul
turismo, sull’artigianato o sui servizi, sul manifatturiero o sull’edilizia.
La nuova "geografia economica" della provincia di Lecce emerge dallo studio sull’incidenza dei settori nei
Comuni salentini condotto dall’Osservatorio economico Aforisma.
I paesi a nord-ovest hanno rafforzato la vocazione agricola, investendo sull’agroalimentare e valorizzando le
coltivazioni di vigneti autoctoni; il Sud Salento presenta un’anima artigianale, con eccellenze nel tessile-
abbigliamento-calzaturiero (Tac), mentre la costa è la regina del turismo.
Le attività più diffuse, a livello provinciale, sono quelle commerciali, che rappresentano circa un terzo del
totale (il 29,95 per cento): sono 22.759 sul dato complessivo (76.241). Seguono le costruzioni: 10.735 tra
ditte individuali e società, che corrispondono al 14,1 per cento del totale. L’agricoltura si posiziona al terzo
posto, con 9.569 aziende (il 12,6 per cento). Le imprese di alloggio e di ristorazione sono 6.494, pari all’8,5
per cento. Le attività manifatturiere sono 6.070, pari all’8 per cento. A seguire, gli altri comparti con quote
percentuali decrescenti.
"I dati – spiega il responsabile, Davide Stasi – mostrano non soltanto l’evoluzione dell’economia salentina,
ma anche le aree in cui si registra una maggiore incidenza di un particolare comparto economico. La ricerca,
l’elaborazione dei dati e la relativa analisi dovrebbero essere alla base delle strategie e delle politiche da
adottarsi per lo sviluppo del sistema socio-economico locale. Quanto più è organico e preciso questo lavoro,
tanto più si potranno osservare meglio le tendenze nel breve e nel medio-lungo termine. Tale
approfondimento – aggiunge Stasi – può fornire un importante supporto al fine di formulare, in maniera più
puntuale ed efficace, gli interventi di programmazione economica".
"Solo una ‘fotografia’ nitida e dettagliata delle attività avviate nel nostro territorio – sottolinea Andrea
Salvati, amministratore delegato di Aforisma school of management – consentirebbe, infatti, di pianificare al
meglio le azioni di rilancio dei comparti e, dunque, di sostegno alle imprese, con vantaggi anche sul fronte
dell’impiego delle risorse pubbliche. Il nostro è un territorio che mantiene la propria vocazione
imprenditoriale, la propensione a mettersi in proprio, a scommettere su talento e passione. Tutto questo fa
nascere una nuova impresa, con la speranza in un futuro di crescita. Non mancano, però, gli ostacoli che ne
rallentano o ne fermano proprio lo sviluppo".
Di seguito, un’analisi dettagliata dei comparti produttivi in ciascun comune della provincia di Lecce.
Riguardo al commercio, le quote percentuali più elevate si registrano a Novoli, con il 42,1 per cento (313
imprese commerciali sul totale di 743 aziende totali); Castrignano de’ Greci, con il 40,8 per cento (137 su
336); Spongano, con il 40,1 per cento (111 su 277); Poggiardo, con il 38,7 per cento (199 su 514); Cavallino,
con il 38,7 per cento (392 su 1.014); Monteroni, con il 38,6 per cento (432 su 1.120); Galatone, con il 38,5
per cento (525 su 1.365); San Donato di Lecce, con il 37,7 per cento (158 su 419); Sogliano Cavour, con il
36,2 per cento (106 su 293); Collepasso, con il 35,8 per cento (171 su 477) e all’11esimo posto il capoluogo,
Lecce, con il 35,8 per cento (4.733 su 13.218). A seguire, gli altri paesi con quote percentuali decrescenti.
Riguardo alle costruzioni, le quote percentuali più elevate si registrano a Muro Leccese, con il 28,2 per
cento (103 imprese sul totale di 365); Neviano, con il 26,4 per cento (93 su 352); Martignano, con il 24,8 per
cento (34 su 137); Gagliano del Capo, con il 24,8 per cento (107 su 432); Aradeo, con il 24,1 per cento (190
su 790); Scorrano, con il 23,5 per cento (110 su 469); Matino, con il 23,2 per cento (251 su 1.082); Tiggiano,
con il 22,9 per cento (57 su 249); Castri di Lecce, con il 22,2 per cento (50 su 225); Lizzanello, con il 21,2
per cento (180 su 851). A seguire, gli altri paesi con quote percentuali decrescenti.
Riguardo all’agricoltura, le quote percentuali più elevate si registrano a Cannole, con il 46,7 per cento (112
imprese sul totale di 240); Carpignano salentino, con il 43,9 per cento (185 su 421); Giurdignano, con il 41,5
per cento (86 su 207); Leverano, con il 41,0 per cento (658 su 1.604); Giuggianello, con il 40,0 per cento (42
su 105); Vernole, con il 36,9 per cento (235 su 637); Palmariggi, con il 32,2 per cento (39 su 121); Uggiano
La Chiesa, con il 27,8 per cento (123 su 443); Bagnolo del Salento, con il 26,5 per cento (31 su 117);
Otranto, con il 25,7 per cento (245 su 953). A seguire, gli altri paesi con quote percentuali decrescenti.
Riguardo alle attività di alloggio e ristorazione, le quote percentuali più elevate si registrano a Porto
Cesareo, con il 26,5 per cento (222 imprese sul totale di 839); Castro, con il 22,3 per cento (40 su 179);
Otranto, con il 21,8 per cento (208 su 953); Gallipoli, con il 20,9 per cento (419 su 2.001); Santa Cesarea
Terme, con il 20,9 per cento (54 su 258); Castrignano del Capo, con il 17,4 per cento (77 su 442);
Melendugno, con il 16,9 per cento (192 su 1.137); Salve, con il 15,4 per cento (74 su 480); Diso, con il 15
per cento (32 su 214); Patù, con il 14,5 per cento (20 su 138). A seguire, gli altri paesi con quote percentuali
decrescenti.
Riguardo alle attività manifatturiere, le quote percentuali più elevate si registrano a Seclì, con il 23 per
cento (43 imprese sul totale di 187); Melpignano, con il 19,1 per cento (42 su 220); San Cassiano, con il 18,3
per cento (30 su 164); Melissano, con il 17,9 per cento (134 su 747); Miggiano, con il 16,7 per cento (41 su
245); Supersano, con il 15,4 per cento (58 su 377); Martignano, con il 14,6 per cento (20 su 137); Tiggiano,
con il 14,5 per cento (36 su 249); Cursi, con il 14,1 per cento (42 su 298); Zollino, con il 13,3 per cento (20
su 150). A seguire, gli altri paesi con quote percentuali decrescenti.
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