Molte sono le forme di cecità che colpiscono gli uomini; oggi, per esempio, noi
soffriamo della mancata capacità di "vedere" i valori reali che la vita ci propone,
abbagliati, come siamo, dallo sfolgorio del denaro, dagli agi, dal benessere.
Incontrare Gesù Cristo trasforma sempre la fragilità propria della condizione
umana in gioia grande: Dio è in me e per me, amico fedele sempre. Ai tempi del
Nazareno viveva a Gerico, Bartimeo, un uomo che aveva perso la vista; questi,
per vivere doveva mendicare.

Avendo saputo un giorno che sarebbe passato di lì
a poco Gesù, quando il vocio della folla lo rese conscio del Suo arrivo, si mise ad
implorarne il nome, ad alta voce; il Signore lo udì, se lo fece portare vicino, lo
ascoltò e ne esaudì il desiderio: riavere la vista. Il miracolo più grande per
Bartimeo però fu quello del vedersi cambiata la personale condizione umana: da
cieco infatti egli era costretto a mendicare per sopravvivere, mentre, una volta
riavuta la luce degli occhi, decise liberamente di seguire il Maestro per lasciarsi da
LUI evangelizzare. Anche noi spesso viviamo le nostre scelte, costretti dalle leggi
di mercato che, tramite la moda e la pubblicità ci impongono acquisti inutili e
scelte di vita dannose. Un'indagine di questi giorni ha rilevato che, in Italia, in una
sola settimana, si buttano via, a testa, g 600 di alimenti in buono stato, che
avrebbero potuto sfamare, nel loro complesso, migliaia di persone in difficoltà
economica. Anche le spese devono essere pertanto "oculate"... (così come lo
erano qualche tempo fa) per consentirci la condivisione fraterna dei beni di prima
necessità con i meno fortunati. La sobrietà, dettata dal Vangelo, crea le premesse
per una coesistenza fraterna e pacificata, scelta da chi sa guardare lontano.