La Capitale Europea della Cultura è un’iniziativa dell’Unione Europea, promossa per creare unione e solidarietà tra i cittadini europei, sfruttando e fondendo diversità peculiari e caratteristiche di ogni paese, al fine di migliorare e rafforzare l’identità di una città. La scelta di una sola città che possa rappresentarle tutte. Ora tocca all’Italia e tra le città candidate figurano: Lecce, Perugia, Bergamo, Matera, Palermo, Ravenna, Cagliari e Siena sono alcune delle città candidate per il 2019, rappresentate dai propri sindaci nell’incontro di ArtLab 2013, tenutosi appunto per l’evento, a Lecce, sabato 28 settembre.

Tutti sono già impegnati e si danno un gran da fare per reinventare la città di Lecce, che con il supporto di Brindisi, è pronta a diventare la candidata ideale per rappresentare il faro culturale europeo, il "tacco d’Europa" e il "ponte sul Mediterraneo", la città, insomma, rappresentativa non solo per il proprio patrimonio artistico e culturale, ma anche per la propria capacità di essere fulcro di innovazione e connessione tra città e cittadini. Una utopica città del genere ha bisogno di altrettanti utopici cittadini, attivi per un continuo sviluppo culturale, democratico ed innovativo del territorio, pronti a sfornare continuamente idee e progetti per reinventare e risollevare quella che è una potenziale capitale della cultura europea. Sul sito del progetto www.ideeperlecce.it è infatti possibile proporre e votare idee fresche e nuove per la città su cultura, ambiente e tanto altro.

Un salto verso il cambiamento, un salto verso il miglioramento, un salto verso Lecce Capitale Culturale Europea 2019 è, quindi, quel che si vorrebbe fare per la città. Si parla infatti di "Reinventare Eutòpia",il luogo bello, la città ideale, un luogo irraggiungibile, forse, dato che si parla appunto di utopia.
Per la realizzazione di tale progetto sono state anche individuate otto differenti tappe utopiche: "Democratòpia", "Polistòpia", "Edutòpia", "Talentòpia", "Profittòpia", "Ecotòpia", "Esperentòpia" e "Artòpia". Tutte certamente delle belle parole per delle buone prospettive, o meglio, dei buoni prefissi dai significati importanti e che dovrebbero già far parte di una collettività e di una città che si rispetti; una città democratica, che permetta la libera ed attiva partecipazione degli abitanti alla vita politica, una città che dia ampio spazio e ampie possibilità allo sviluppo di educazione, istruzione, talenti, arte e sanità e che dia un ruolo rilevante a sostenibilità, ambiente e turismo. Ma quella insistente presenza della parola "utopia" a seguito, non rischierà di apparire come causa di poca credibilità?! Perché una vera città ideale della cultura dovrebbe avere anche una certa costanza, presentare manifesti di cultura precedenti ed anche futuri concreti, e non solo attualmente fatti ad hoc per certe occasioni. Si spera che Lecce possa essere prontamente all’altezza della cosa e delle idee che si hanno.