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Data: 27/08/2020 - Ora: 12:20
Categoria:
Politica
Il Presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro scrive al Presidente Emiliano
Il Presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro scrive al Presidente Emiliano, al sindaco di Gallipoli Minerva circa il depuratore cittadino. Il suo rammarico e preoccupazione riguarda la grave situazione emersa a causa della ripresentazione di macchie giallo-marroni nelle acque normalmente cristalline del mare di Gallipoli.
"Sono trascorsi quasi due anni dalla riunione svoltasi in Confindustria Lecce con i referenti di Acquedotto pugliese alla presenza del sindaco, senza che nulla si sia mosso per risolvere l'annosa questione. Da quell'incontro, infatti, dovevano esserci, a distanza di 30 giorni, un aggiornamento che mai si è tenuto e l'assunzione di impegni precisi a vantaggio delle imprese e della salubrità dei territori. Nel frattempo la chiazza gialla e marrone, spinta dai venti, si allarga di anno in anno per più di un chilometro lungo il litorale ionico, all’altezza del depuratore che serve i comuni di Gallipoli, Alezio, Sannicola e Tuglie.
Confindustria Lecce sottolinea come tale situazione sia dovuta all'evidente sottodimensionamento del depuratore, incapace di smaltire i reflui di un'utenza che dal 2002 al 2020 è passata da circa 45 mila persone a più di 130mila, sia per la presenza di turisti che affollano la zona nei mesi estivi, sia per l'incremento del numero di abitanti dei comuni limitrofi.
La storia, purtroppo, si declina in ormai quasi 20 anni.
La proposta, condivisa già dal 2002, della costruzione di una condotta sottomarina, che allontanerebbe gli scarichi in mare di circa otto/nove chilometri di distanza dalla costa, è ancora ferma tra le pieghe della procedura di gara per l'affidamento dei servizi di progettazione, così come è assolutamente indietro il progetto di affinamento delle acque reflue a fini di riutilizzo e per la costituzione di un bio-lago.
Condividerete che le macchie annuali di colore giallo marrone nel mare gallipolino rappresentino un problema indiscutibile, che danneggia il territorio e le imprese che operano nel comparto turistico, oltre a mettere a rischio anche la salubrità delle stesse acque nelle quali permane il divieto di balneazione.
Di fronte al reiterarsi della situazione e all'inerzia generale, Confindustria Lecce chiede un incontro ad horas con Acquedotto Pugliese e con gli enti di riferimento coinvolti, al fine di siglare un protocollo chiaro a tutela delle imprese danneggiate e dell'immagine del territorio che, oggi più che mai, punta sul turismo per il proprio rilancio economico e sociale.
L'imprenditoria e l'ambiente non possono e non devono pagare lo scotto del non fare e del non decidere; chi fa impresa è abituato all'azione, alle decisioni e soprattutto all'assunzione di responsabilità; pretende impegni precisi in tempi certi. Non è possibile rimandare ancora. E' il momento di agire insieme".
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