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Mense scolastiche, Coldiretti: bene Nas, somministrati pasti per circa 600mila studenti

Data: 14/11/2023 - Ora: 10:17
Categoria: Attualità

mense scolastiche

Coldiretti sollecita a privilegiare negli appalti delle mense scolastiche i cibi locali e a km 0

Con 90 milioni di pasti somministrati all’anno per 585.000 studenti nella sola refezione della scuola dell’obbligo in Puglia, è importante tutelare la salute di bambini e ragazzi garantendo la qualità dei prodotti alimentari utilizzati e le corrette condizioni igieniche. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, nell’apprezzare i controlli operati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, in circa mille aziende di ristorazione collettiva operanti all'interno di mense scolastiche di ogni ordine e grado, sia pubbliche che private, dalla scuola dell'infanzia fino agli istituti superiori ed universitari, con uno dei casi più significativi che ha riguardato proprio la provincia di Taranto.

Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità, ma anche per educare le nuove generazioni, la Coldiretti sollecita a privilegiare negli appalti delle mense scolastiche i cibi locali e a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni.

Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori, che riparte anche nell’anno scolastico 2023/2024. In Puglia negli ultimi 10 anni – riferisce Coldiretti Puglia - sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 200mila bambini e 480 scuole, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.

"L’Ufficio Scolastico della Puglia, sensibile ai temi della sana e corretta alimentazione, ha informato tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado circa la possibilità di aderire al nostro percorso formativo che consente l’integrazione tra le lezioni di educazione alimentare in classe con attività esperienziali complementari come le visite nelle fattorie didattiche, nei mercati di Campagna Amica e negli orti urbani", spiega Rita Tamborrino, responsabile regionale di Donne Coldiretti.

Il progetto per lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare riguarda le lezioni di agridattica a scuola, con la necessità di garantire al contempo che nelle mense scolastiche siano somministrati agli studenti pasti preparati con prodotti agricoli del territorio a Km0, quando più di un pugliese su quattro (28%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche dove si stima ne vengano consumati 90 milioni all’anno per 585.000 studenti, nella sola refezione della scuola dell’obbligo.

L’obiettivo è ‘culturale’ e consiste nel tentare di cambiare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque, formando consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. Una netta maggioranza del 71% dei genitori ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 12 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più.

Necessaria anche la collaborazione tra Coldiretti Puglia, Campagna Amica ed il Servizio Tutela Consumatori della Regione Puglia per l’istituzione di un Osservatorio regionale che monitori e promuova l'uso di prodotti locali nelle mense scolastiche e nella ristorazione collettiva che incide con le mense scolastiche sulla qualità della vita, dell’alimentazione e di conseguenza sulla salute di migliaia di studenti in età evolutiva.

Coldiretti sollecita a privilegiare negli appalti delle mense scolastiche i cibi locali e a km 0 che valorizzino le realtà produttive locali e riducano i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni, valorizzando i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura.

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