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Data: 16/04/2013 - Ora: 10:34
Categoria:
Lifestyle
Multa e risarcimento danni. Chiamare qualcuno "Terrone" oggi, può riservare parecchi problemi a chi lo fa
Qualcuno direbbe "finalmente" ma poi sembrerebbe troppo vittimistico. Qualcun altro potrebbe non essere d’accordo sul provvedimento, eppure ormai c’è. La sentenza n.67/2013, pubblicata il 29 Marzo dal tribunale di Varese (giudice monocratico Davide Alvigini), parla chiaro:
"Dare del «Terrone di m.!» può costare caro al reo nei confronti dei vicini di origine meridionale- comunica in una nota Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti"- quando quest’ingiuria viene espressa con un vero e proprio odio razziale".
"Vi è da sottolineare, infatti, che il reato d’ingiuria di cui all’articolo 594 del codice penale, in casi del genere può risultare "appesantito" dall’aggravante stabilita dall’articolo 3 della legge 133/93 per avere commesso il fatto per finalità di discriminazione o di odio etnico o razziale" ha aggiunto D’Agata.
Questo il caso pervenuto: "Un anziano residente di un paese non lontano dal lago Maggiore è stato riconosciuto colpevole del reato d’ingiuria con l’aggravante di cui sopra e condannato al risarcimento equitativo di mille euro per ciascuna delle due donne offese, oltre altri 2mila euro di spese processuali. La questione è arrivata al tribunale a seguito di una lite scaturita da divergenze relative ad un parcheggio che ha fatto emergere i rancori esistenti con la famiglia di origine meridionale che abitano al piano terra. In particolare, l’anziano inquilino del piano superiore è solito parcheggiare la propria auto in modo da impedire l’uscita al veicolo delle vicine. A seguito delle lamentele delle donne avrebbe risposto con una serie d’improperi e di insulti contro i meridionali («solo dei terroni possono parcheggiare in quel modo… siete una categoria di m.») alla presenza di alcuni ospiti delle persone offese".
"Il giudice- prosegue la nota- in questo caso ha rilevato che l’aggravante a sfondo razzista è operante perché l’agente esprime "in maniera inequivocabile" un sentimento di «grave pregiudizio e un giudizio di disvalore» nei confronti della categoria dei cittadini italiani del Mezzogiorno intesa come popolazione distinta per origini e tradizioni".
Insomma, bisogna stare ben attenti ormai, anche a questo genere d’accuse, con l’augurio che non ci siano casi contrari. La locuzione terrone si contrappone spesso e volentieri a quella "polentone" riferita a chi vive nelle regioni del Nord. Forse, è giunto davvero il momento di mettere da parte antiche rivalità e pregiudizi.
Autore: Chiara De Carlo
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