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Minervini minaccia le dimissioni dalle primarie

Data: 03/11/2014 - Ora: 10:09
Categoria: Attualità

università di bari

Botta e risposta con Procacci nell'ambito nell'inchiesta dell'Università di Bari

Pronti a sospenderci dal PD se Procacci non rimetterà il suo incarico e se Emiliano, da segretario regionale, non sia lì a pretendere le sue dimissioni da coordinatore della segreteria.

Lo dice questa mattina con una lunga nota su fb l'assessore regionale e candidato alle primarie Guglielmo Minervini, a seguito dell'inchiesta sugli scandali che riguardano i concorsi all'Università di Bari e che vedono direttamente coinvolto Procacci, come ha riportato ieri il quotidiano La Repubblica.

Scrive Minervini:

"I fessi.

E' evidente che i fessi siamo noi che abbiamo educato i figli sostenendo che nella vita si cammina in piedi.
E che contano la fatica, l'impegno, il merito, l'onestà.
E che solo quando ti conquisti un risultato con le tue forze, allora senti il profumo della libertà.

E' evidente che il fesso sono io.

Dieci anni assessore regionale, nientepopodimeno, e una figlia a Milano ancora a sbattersi in giro, con tutte le sue energie, per cercare uno stage non retribuito, dopo un lavoro precario in condizioni da sfruttamento.

In fondo, come ci ricorda Procacci, se sei un "politico" di punta basta una telefonata all'amico barone, et voilà, dottorato vinto per tuo figlio, primo passo di una carriera luminosa spianata in forza di un cognome che sfonda i traguardi come un ariete.

Con buona pace di chi quel posto lo meritava davvero, ma essendo privo del supporto di una buona famiglia, si è visto sorpassato a destra: gli auguriamo, davvero di cuore, migliore successo.

Quelle intercettazioni tra l'accademico e il coordinatore della segreteria regionale del PD, l'uomo più vicino di Michele Emiliano, sono una ferita profonda.

Offendono il nostro popolo.

Ovviamente non ci interessa il rilievo penale della vicenda ma esclusivamente i due nodi politici che solleva.

Il primo riguarda la credibilità di una classe dirigente che in pubblico difende i principi della giustizia e in privato osserva la pratica della propria tutela.

Il secondo riguarda la politica nel suo complesso. Il nepotismo e il clientelismo sono il male oscuro del paese. Se sei figlio di nessuno devi restare al palo della vita. Non conta quello che vali, ma come ti chiami, chi conosci, chi ti sponsorizza.
Questa logica non produce solo ingiustizia ma anche impoverimento sociale.
La cultura dei "figli di" genera un'università dequalificata, una ricerca inefficace, una scuola scadente, una pubblica amministrazione degradata.
Una società peggiore.
Insomma, ogni volta che passa una raccomandazione si toglie a tutti non a uno solo.
La raccomandazione è una ferita sociale non solo uno scippo individuale.

Non si disincaglia la Puglia dalla crisi se non riusciamo a dire a tutti i pugliesi, specie ai giovani, che qui le regole sono le regole e la trasparenza è la trasparenza.
E le opportunità sono davvero per tutti, sopratutto per i figli di nessuno, per i meno protetti e i meno garantiti.

Ecco perché un partito di "quelli che raccomandano i propri figli" è il principale avversario del cambiamento della Puglia.

Procacci dovrebbe avvertire il bisogno di togliere il PD dall'imbarazzo dimettendosi dall'incarico di rappresentanza.
Il segretario regionale spero glielo abbia chiesto.

Altrimenti ci sospenderemmo noi dal PD.
Su questo punto non si transige.
Non si può transigere.
Sulle questioni di fondo non si bara".

Pronta anche la risposta di Procacci sullo stesso strumento usato da Minervini, il sociale network. Scrive Procacci: "Caro Guglielmo, non pensavo che arrivassi a tanto, strumentalizzando una vicenda che non mi vede minimamente coinvolto ne' sul piano giudiziario ne' su altri piani semplicemente perché non sono assolutamente intervenuto nella vicenda, come del resto anche Repubblica Bari riporta. È' possibile che un figlio di persona nota sia capace e meritevole? O per forza i suoi traguardi sono dovuti all'influenza dei genitori? Anche un altro mio figlio sta facendo concorsi e andrà lontano, come e' già avvenuto in passato.
Se su ciò che riporta Repubblica ci fosse stato un intervento dopo sei anni la magistratura non avrebbe indagato su di me? Non ricopro ruoli istituzionali, e nel partito coordino la segreteria. Non esiterei un attimo a dimettermi se questo non dimostrasse una mia qualche colpevolezza. Hai scritto la tua nota dimenticando che la mia vita pubblica e' stata sempre esemplare. Non sono mai stato sfiorato da nessuna ombra e tu conosci bene la mia onestà e la mia correttezza. Non hai esitato a cancellare anni di amicizia e di stima reciproca, per lucrare un po' di consenso in occasione delle primarie, toccando ciò che di più caro ciascuno di noi ha: i figli! È questo solo perché io sostengo Emiliano, dopo aver cercato di coinvolgerti in un progetto comune di partito, avendo avuto sempre tanta stima di te. In un momento di così grande sofferenza per un eccesso mediatico".

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