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Data: 28/12/2021 - Ora: 13:01
Categoria:
Politica
L’epidemiologo pugliese analizza le differenze della variante del Sars-CoV-2 rispetto alla Delta e suggerisce un approccio diverso alla nuova fase pandemica
E’ stato tra i primi a non banalizzare o minimizzare sulla capacità infettiva galoppante della variante Omicron anche tra i soggetti già vaccinati. E ad incentivare i recalcitranti che, per scelta, ancora non hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, ad abbracciare al più presto la campagna di immunizzazione.
"L'estrema contagiosità di Omicron è un ottimo motivo per vaccinarsi. È da incoscienti non farlo" la sintesi dell’appello di poche settimane addietro, e ora l’epidemiologo ed ex assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, sollecita ad affrontare il nuovo ceppo non con le stesse regole con cui si sono affrontate le precedenti varianti. In tale caso si incorrerebbe in un errore evidente.
Ovvero sarebbe più opportuno riscrivere anche le regole inerenti il tracciamento e la quarantena. Innalzando la tutela verso soggetti anziani e fragili. E dando priorità ai tamponi per i soggetti sintomatici.
"L'arrivo di Omicron credo debba imporre nuove regole di ingaggio, perché la situazione pandemica è completamente diversa. La stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata e questo fa la differenza" esplicita Lopalco, "prima della campagna vaccinale tentare di bloccare le catene di contagio era l'unico modo che avevamo per impedire l'intasamento del servizio sanitario. Con una variante che sciama anche fra gli immunizzati, dovremmo invece concentrarci per proteggere coloro che da una infezione posso avere un danno importante, non solo un tampone positivo. Questi sono gli anziani e i fragili, che anche se vaccinati possono non essere sufficientemente protetti e, ahimè, chi non si è vaccinato per scelta".
L’attuale consigliere regionale analizza infatti la corsa al tampone di questi giorni che potrebbe produrre l'effetto paradossale di intasare il sistema di tracciamento, distraendo risorse umane che potrebbero essere usate per accelerare invece le vaccinazioni, e dare a centinaia di migliaia di falsi negativi la patente di andare in giro a contagiare anche i fragili con la falsa sicurezza del tampone negativo. Per non parlare delle altre centinaia di migliaia di persone in isolamento fiduciario pur essendo vaccinate e con altissima probabilità negative o comunque non contagiose.
"Il rischio di bloccare un Paese senza ottenere grandi benefici è concreto" avverte Lopalco, "inoltre, il blocco del sistema dei tamponi legato al sovraccarico di richieste, allunga di giorni la diagnosi anche nei sintomatici, che invece ne avrebbero bisogno per poter avviare la terapia. Le regole del tracciamento e della quarantena vanno subito riscritte".
"Ovviamente tutto questo sarebbe efficace se si applicasse seriamente la politica del green pass rafforzato in ogni luogo, in modo da limitare a priori i contatti sociali di chi non è vaccinato" aggiunge l’ex assessore regionale, "e a mio modesto avviso bisognerebbe in questa fase dare la priorità per l'accertamento con il tampone ai sintomatici, in modo da avviare precocemente il trattamento in caso di positività. Ai contatti asintomatici vaccinati" conclude, "prescrivere invece semplici regole di precauzione per evitare che entrino in contatto stretto con soggetti fragili, il corretto uso della mascherina potrebbe bastare. Ai contatti non vaccinati, l’isolamento per 21 giorni senza tampone di conferma".
La denuncia di Zullo: "Esiti tamponi in ritardo"
Sul tema del tracciamento e della crescita esponenziale dei tamponi molecolari arriva anche da denuncia del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo. "Ci sono pugliesi che hanno fatto il tampone molecolare alle Asl di appartenenza il 22 o il 23 dicembre e stanno avendo i risultati in queste ore" lamenta Zullo, "se si è negativi si può tirare un sospiro di sollievo, ma in caso contrario siamo di fronte a intere famiglie che si sono riunite in occasione della vigilia, Natale e Santo Stefano e che ora potrebbero essere tanti piccoli focolai".
Tutto questo secondo il consigliere regionale sarebbe avvenuto perché il sistema informativo regionale per la gestione delle attività di sorveglianza epidemiologica (Iris) in Puglia è in tilt e non riesce a reggere i maxi numeri dei tamponi che vengono fatti.
"Questo chiaramente rende totalmente inefficace ogni tracciamento" lamenta Zullo, "come dire che in Puglia ci sono persone positive che non sanno di esserlo e, inconsapevolmente, circolano tranquillamente. A questo punto è evidente che anche i dati del bollettino quotidiano trovano il tempo che trovano" conclude, "i numeri non corrispondono alla realtà della situazione che viviamo. E su quali sono i rischi conseguenti di questa paralisi del sistema è facile immaginarli".
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