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Data: 14/04/2022 - Ora: 12:15
Categoria:
Economia
Una crescita record frutto di atteggiamenti prudenziali e della rapida ripresa dopo l’allentamento delle misure restrittive
La rapida ripresa dopo l’allentamento delle misure restrittive, ma anche l’incertezza sul futuro, i decreti per alimentare la liquidità e la sospensione delle rate dovute per le cartelle fiscali hanno incrementato i depositi bancari: è stata una crescita record quella registrata negli ultimi due anni.
I risparmi di famiglie e imprese, custoditi negli sportelli bancari, sono cresciuti di circa due miliardi di euro. Sui conti correnti delle banche salentine si è arrivati a quota 8,9 miliardi di euro, a cui si aggiungono i libretti e gli altri strumenti di risparmio delle Poste, per un totale di 15,2 miliardi di euro nella sola provincia di Lecce, mentre il Paese continuava a fronteggiare gli effetti della pandemia da Covid-19.
L’Osservatorio economico Aforisma, diretto da Davide Stasi, ha elaborato i dati dei depositi bancari pro-capite, al fine di stilare la classifica dei territori dove si è risparmiato di più, rilevando che l’aumento delle somme accantonate, in alcuni casi, è stato davvero esponenziale.
Sono stati presi in esame i maggiori centri della provincia, per numero di abitanti e con almeno tre o quattro sportelli bancari (incrociando più database e i dati aggiornati di Istat e Bankitalia).
Da una prima analisi, emerge che alcuni Comuni costieri sembrerebbero stati particolarmente avvantaggiati dal ritorno degli stranieri nel Salento, dopo l’allentamento delle misure restrittive. È il caso di Otranto che ha visto crescere i depositi bancari pro-capite del 64,4 per cento (da 9.737 euro a 16.012); Gallipoli del 49,7 per cento (da 10.509 a 15.730) e Tricase del 49,6 per cento (da 11.344 a 16.969).
«La maggiore liquidità – spiega Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio – è stata anche una reazione alle misure restrittive imposte al fine di contenere la diffusione delle varianti del nuovo coronavirus. La raccolta bancaria è stata sorprendente, tenuto conto che è avvenuta in un periodo fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria. Il fenomeno va osservato, dunque, da più punti di vista. Da un lato, c’è la ripresa dopo mesi lockdown, nonché l’effetto diretto delle misure di sostegno alla liquidità introdotte a tutela di famiglie e imprese (decreto Cura Italia e successivi), oltre alle iniziative dell’Associazione bancaria italiana (Abi), tra moratorie dei crediti e piani dilazionati di ammortamento. Si affiancano, poi, i prestiti garantiti e le sospensioni dei pagamenti di tasse, cartelle e contributi. Dall’altro lato – aggiunge Stasi – c’è stata anche l’incertezza generale, con gli spettri di una temuta riduzione dei redditi e il continuo rinvio degli investimenti. Questo atteggiamento fortemente prudenziale ha portato ad accantonare ulteriore liquidità precauzionale».
Nella speciale classifica, dopo Otranto, Gallipoli e Tricase, figurano Poggiardo con una crescita del 49,4 per cento (da 8.276 a 12.365); Casarano del 39,3 per cento (da 11.685 a 16.276); Maglie del 38,5 per cento (da 24.474 a 33.885); Ugento del 35 per cento (da 6.678 a 9.012); Veglie del 34,7 per cento (da 7.230 a 9.741); Nardò del 34 per cento (da 8.527 a 11.426); Martano del 33 per cento (da 11.984 a 15.943); Taurisano del 31,5 per cento (da 5.180 a 6.813); Galatina del 31,3 per cento (da 12.178 a 15.990); Campi Salentina del 29,6 per cento (da 7.806 a 10.120); Monteroni del 27,6 per cento (da 5.295 a 6.756).
Per trovare il capoluogo, Lecce, bisogna scendere al 15esimo posto. L’incremento è stato del 27,5 per cento (da 22.621 a 28.843), contro una media provinciale del 30,3 per cento. A seguire, Squinzano con una crescita del 26,6 per cento (da 6.401 a 8.103); Leverano del 25,8 per cento (da 13.779 a 17.338); Copertino del 24,8 per cento (da 7.510 a 9.372) e Galatone del 12,5 per cento (da 5.652 a 6.356).
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