Tema spinoso: le province, abolite o no? No, ma diventano a elezione di secondo livello. E ogni cosa che si rispetti, passando dal primo al secondo grado perde di autorità, di importanza, di elevatura. Di secondo livello perchè non saranno i cittadini ad eleggere i rappresentanti politici ma sindaci e consiglieri comunali in tutte le province d'Italia, dal 28 al 12 ottobre, a macchia di leopardo. Unica nota positiva, in tempo di crisi, è rappresentata dalla mancata diaria che percepiranno i rappresentanti. Ma sarà veramente così? E' un nodo ancora da districare, tutto da vedere. Competenze, altro tema scottante: quali rimarranno e quali verranno demandate ai comuni o alle regioni? Non è dato sapere. I dipendenti: quale destino è loro riservato? Rimarranno in toto presso un ente che perde specificità e competenze o spostati verso altri enti pubblici? Anche qui nebbia fitta. Insomma, parlare di riforma sembra azzardato. I rappresentanti politici: si accapigliano un po' dappertutto per un'elezione di secondo livello che all'apparenza non dovrebbe destare così tanto interesse e invece si assiste alle solite lotte intestine all'interno di partiti o a logiche spartitorie delle migliori tradizioni italiche. In molte circostanze ancora più singolare sapere di accordi tra i due maggiori partiti, Pd e Forza Italia, presentandosi uniti. Ma uniti contro chi, se non contro il buon senso.