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Data: 21/06/2019 - Ora: 12:54
Categoria:
Economia
L’allarme lanciato da Coldiretti Puglia al Comitato di Sorveglianza riunito a Bari
In Puglia si è speso solo il 20 per cento dei fondi comunicati nell'ambito del PSR. Lancia per l’ennesima volta l’allarme Coldiretti Puglia, in occasione del Comitato di Sorveglianza riunito oggi a Bari. "Secondo i dati dell’ultimo Bollettino MIPAAFT al 31 marzo scorso, restano da spendere entro il 31 dicembre prossimo 283,3 milioni di euro, di cui 171,4 milioni del Feasr. Queste risorse sono a rischio disimpegno entro la fine del 2019", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La Puglia ha speso solo il 20% delle risorse del Psr – aggiunge Coldiretti Puglia – mentre altre regioni hanno valori di oltre il doppio (Veneto 48%; Trento 42%; Bolzano 56%; Molise 40%). Il livello di spesa è inferiore alla media nazionale che supera il 32%.
"Manca una strategia politica chiara e adeguata che riporti lo sviluppo rurale al centro delle scelte, perchè l’assenza di decisioni dei vertici ha impedito alla struttura regionale di operare e risolvere le criticità di attuazione. Ancora irrisolte le criticità legate all’EIP - il sistema informatico regionale - che ancora non consente di fare le istruttorie a sistema e che ha prodotto il ricorso di centinaia di aziende agricole al TAR. Altro tema è quello della semplificazione dei procedimenti previsti dai bandi", insiste il presidente Muraglia.
"I dati aggiornati al 7 giugno scorso parlano chiaro, ad oggi sono stati erogati solo 332 milioni di euro rispetto al complessivo di 1,6 miliardi di euro", conclude il presidente Muraglia.
Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emergono forti criticità, perché la Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse Psr – dice Coldiretti Puglia - al 3^ posto per risorse allocate dopo Sicilia e Campania, con circa 1.6 miliardi di € di spesa pubblica complessiva, pari all’8% delle Risorse totali sullo Sviluppo rurale per l’Italia.
"No all’ipotesi di nuovi bandi sia sugli investimenti che sui giovani, perché l’apparato burocratico dell’Assessorato non può essere impegnato su nuovi bandi, quando le istruttorie dei vecchi sono solo agli inizi. Per i giovani non è percorribile la strada di un ritorno al passato, con l’erogazione di finanziamenti a pioggia con un secondo bando, quando ci sono quasi 5mila domande di sostegno di giovani che hanno presentato progetti che possono imprimere un’accelerata allo sviluppo rurale della Puglia", dice il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, che sta partecipando al Comitato di Sorveglianza ancora in corso.
"E’ necessario predisporre un bando 6.4 a beneficio di frantoi cooperativi, aziendali e industriali dell’area infetta da Xylella – propone Cantele - per la riconversione parziale o totale delle strutture che potrebbero convertire la propria vocazione in funzione dell’attività agrituristica e del turismo rurale. In merito segnatamente ai frantoi industriali, va superato – precisa Cantele - bypassando con formule burocratiche semplificate, il cambio di destinazione d’uso".
Sul bando 5.2 per gli innesti "il percorso va sostenuto in sede comunitaria – aggiunge Cantele - dimostrando con documentazione scientifica che l’innesto può rappresentare una speranza per il mondo produttivo olivicolo-oleario, ma soprattutto può rappresentare la speranza della tutela paesaggistica della Piana degli Ulivi Secolari e del Salento, attraverso un protocollo tecnico di utilizzo, in modo da avere riferimenti chiari. Va recuperato il ritardo della Regione Puglia sul protocollo per regolamentare la pratica degli innesti per salvare gli ulivi monumentali", conclude il presidente Cantele.
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