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Data: 06/03/2013 - Ora: 11:36
Categoria:
Cronaca
La lettera di una figlia che cerca giustizia per il padre
Ci rivolgiamo a Voi per difendere la memoria di nostro padre, classe 1920, Grande Invalido di Guerra, vittima di un inganno e di un raggiro che assolutamente non meritava. Vogliamo segnalare un fatto veramente sconcertante e di vasta portata (purtroppo) che ancora forse non è noto alla maggior parte della gente e soprattutto agli organi competenti. Nostro padre è morto il 28 aprile 2010, aveva 90 anni, negli ultimi anni ha accolto in casa una collaboratrice ucraina regolarmente assunta.
Nel 2009, rimasto momentaneamente solo in seguito ad un periodo di assenza di una signora ucraina regolarmente assunta come collaboratrice domestica, è stato contattato - all’insaputa dei figli - da una sedicente signorina rumena, che in breve ha saputo conquistare la sua fiducia. Quando però nostro padre le ha chiesto i documenti per l’assunzione ha incominciato a prendere tempo e a dire che non c’era bisogno di farlo. Ma papà era una persona che mai avrebbe fatto qualcosa di illegale e siccome insisteva sempre per avere i suoi documenti alla fine la signorina gli ha comunicato che sarebbe partita per tornare con i documenti in regola per l’assunzione. Quando però è tornata ha ricominciato con la stessa storia: non c’era bisogno di assumerla e allora papà le ha detto che non aveva più bisogno di lei.
Forse sembrerà strano che una persona di quasi 90 anni gestiva da solo la propria vita, ma papà è stato lucido, cosciente e autosufficiente fino a poco prima di morire. Era poi un "combattente" , come amava definirsi, e nella sua vita ha sempre lottato contro le ingiustizie e difeso la Legge. Per questo, ci rivolgiamo a Voi per difendere la sua memoria e il suo onore.
La signorina rumena ha pensato bene di fare una vertenza sindacale nei confronti di nostro padre prima e noi figli poi, rivendicando un periodo di lavoro superiore a quanto effettivamente svolto e dichiarando una montagna di bugie su quanto, secondo lei, aveva diritto.
Con inganno e premeditazione, approfittando della sensibilità di tanti vecchietti, temporeggiano per l’assunzione, per poi avanzare richieste assurde, false ed immaginarie. Vertenze sindacali che non hanno alcuna base di verità, ma sono montate su piani studiati a tavolino e chi ci va di mezzo sono le famiglie oneste, gli anziani che mai avrebbero creduto che affetto e cura si sarebbero trasformati in ipocrisia e cattiveria.
Non siamo soli in questa ingiustizia, siamo a conoscenza di diversi casi analoghi e purtroppo ci sono dei rappresentanti sindacali che senza neanche approfondire quanto di vero ci sia nelle dichiarazioni di badanti e collaboratrici straniere le difendono, appoggiando le loro richieste economiche e ci spaventano prospettandoci "di dover pagare multe e spettanze varie se dovessimo rifiutare l’accordo".
Noi siamo tutti lavoratori e siamo contro il lavoro nero, ma siamo anche contro a quelli che, pur non avendone diritto, usufruiscono delle nostre leggi per offendere i nostri anziani e lo Stato italiano in genere.
Chiediamo GIUSTIZIA, sperando che il nostro appello venga accolto dalla Magistratura per porre fine a queste ingiuste speculazioni.
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