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Data: 01/03/2019 - Ora: 12:49
Categoria:
Politica
Ieri la sentenza del Consiglio di Stato
Con la sentenza del Consiglio di Stato pubblicata ieri si è scritta la parola fine sulla vicenda del riclassamento delle rendite catastali operata dall’Agenzia del territorio su richiesta della giunta comunale attraverso due delibere nel 2010. Si salva solo chi ha impugnato i ricorsi in Commissione Tributaria: gli altri devono soggiacere a una rivalutazione dei propri immobili che consiste in un aumento considerevole delle tasse. Il Consiglio di Stato non ha salvato i ricorrenti: ha dichiarato la tardività del ricorso delle associazioni. Quindi, ha vinto la burocrazia. Se la sentenza fosse stata positiva, l’Agenzia delle Entrate sarebbe stata sbugiardata. Ma ora c’è un’animalia grave: chi ha fatto ricorso in Commissione Tributaria ha ottenuto una vittoria. I circa 60 mila cittadini interessati hanno avuto giudici diversi e sentenze diverse. "Ora c’è una specie di doppio binario – spiega l’avvocato Mongelli del Codacons – Chi ha fatto il giusto ricorso alla Commissione Tributaria non pagherà di più, ma chi si è rivolto al TAR (dove ha vinto) e al Consiglio di Stato (dove ha perso) dovrà pagare più tasse)". Le associazioni dei consumatori avevano sollecitato i contribuenti a rivolgersi alle Commissioni tributarie, ma per quelli che erano rimasti fuori (perché i termini erano scaduti) si è fatto un tentativo davanti al giudice amministrativo: è andata male!
"Si concretizza così un danno irreparabile per i contribuenti leccesi conseguenza diretta di una decisione politica della giunta Perrone tanto iniqua quanto vessatoria – riflette Antonio Rotundo, capogruppo uscente del Pd in Consiglio comunale –
La giunta Perrone è doppiamente colpevole perché non ha revocato le proprie delibere in autotutela in tempo utile quando il consiglio comunale fu chiamato a discuterne da Carlo Salvemini con la presentazione di una mozione.
Il costo per i cittadini della nostra città in termini di aumento della pressione fiscale sulla casa è nell’ordine medio di oltre il 20%, una stangata vera e propria, che si abbatte in modo indiscriminato su tutti i proprietari di casa dal centro storico alla periferia.
L’aumento della rendita riguarda infatti tutti gli immobili tranne i circa 6/7 mila a cui si applicano i vecchi estimi avendo i proprietari impugnato e vinto i ricorsi alla Commissione tributaria, un vero pasticcio non saprei come definirlo.
Non solo oltre al danno la beffa, perché con l’operazione del riclassamento hanno anche sfasciato i conti del Comune avendo previsto una entrata di 3 milioni all’anno che non si è poi realizzata, buco che abbiamo dovuto colmare con la manovra di riequilibrio 2018-2033".
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