Un balletto inutile, inchiesta sì, inchiesta no, no all'inseguimento di fantasmi. E invece, finalmente la marcia indietro e un'inchiesta sui rifiuti tossici nel Salento. La Procura di Lecce cambia idea sulle dichiarazioni dei pentiti che anni fa hanno parlato di rifiuti tossici interrati nel Salento e apre un fascicolo d’inchiesta contro ignoti ipotizzando il reato di traffico di rifiuti. La decisione, annunciata dal procuratore Cataldo Motta e dall’aggiunto Ennio Cillo, è stata presa dopo la recente divulgazione da parte del M5S delle mappe redatte sulla scorta delle riprese mivis del comando carabinieri tutela ambientale di Roma e Napoli fatte negli anni 2004-2005 nel Salento, dopo le dichiarazioni rese dal pentito di Supersano (Lecce) Silvano Galati.

Le immagini mostrano presunte anomalie nel territorio nelle zone di Supersano e Casarano che potrebbero rivelare l'interramento. Il procuratore Motta, che nei giorni scorsi aveva escluso l’apertura di una inchiesta, ha anche precisato che Galati non sarà riascoltato. Gli accertamenti sono stati delegati dalla Procura ad una task-force composta dal nucleo investigativo del Corpo Forestale dello Stato, il Gico della Guardia di finanza e i carabinieri del Noe, che potranno avvalersi di sistemi tecnologici come il georadar, un magnetometro per rilevare eventuali campi magnetici e il gascromatografo, strumentazione che si basa sulle valutazioni cromatografiche del terreno. Le indagini saranno eseguite via terra e aerea. Potrebbe essere usato nuovamente anche il mivis, il sistema iperspettrale in dotazione al Gruppo tutela ambientale di Roma. Le aree interessate all’indagine non saranno solo quelle indicate a suo tempo dal pentito Galati ma si estenderanno anche in altre zone.