Pellegrini verso l'eterno.
Il tempo è vita che Dio ci offre,
da spendere, mentre pellegrini, andiamo sulla terra,
in trasferta dalla nostra casa, dimora
stabile, l’Abbà di Gesù Signore,
che attende nostalgico
il nostro rientro.
Profumano i giorni terreni degli uomini,
delle loro opere, del cibo che li nutre,
delle coltri che ne scaldano il letto.
Dio, con gioia, raccoglie veglie
e riposi, lavoro e vacanza che noi, suoi figli, gli offriamo
e per ingannare l'attesa sofferta, si industria
nel trasformare in giorno eterno,
i ricordi, le suppliche, i desideri
di Cielo che, come lettere d'Amore
nostre, Gli giungono dalla terra.
Egli sogna il giorno in cui
ci riprenderà a casa, per stringerci finalmente nel suo cuore paterno,
"Suoi per sempre".

Dio ha bisogno del contributo degli uomini.
Quanto Dio rispetti, amandolo,
l'uomo, è evidente!
Ce lo rivelano i cinque pani e
i due pesci che Gesù moltiplicò,
in più di mille pezzi, per la fame
dei molti, che, nel deserto, per ascoltarne
il Vangelo, Lo seguivano senza mangiare:
dimenticarono costoro persino di aver fame!
Si prese cura l’Unigenito del loro sostentamento,
ma ebbe bisogno di "quel poco"
che era nella sacca
dei suoi discepoli perché senza quel "minimo
contributo" dato dagli uomini sarebbe stata impossibile persino al Signore,
divina Carità, la moltiplicazione.
Così accade anche per i giorni
e le ore assegnatici
per il pellegrinaggio terreno:
senza le briciole di tempo ,
da noi a LUI offerte, come potrà il Signore moltiplicarle così
da trasformarle nel giorno eterno,
da vivere con LUI Padre Nostro?
Il seme: Parola di Dio a noi offerta.
La Parola di Gesù è il seme,
che, caduto in noi si macera
per divenire, nel tempo, albero fecondo.
Da contadini previdenti, curiamo che,
nella nostra terra, cuore amante,
il Vangelo si radichi e, nello spazio
amoroso che gli spetta, fiorisca, in previsione
di fruttificare abbondante salvezza.
Alla sequela di Gesù, offriamoci anche noi, a chi ci aspetta
come dono di misericordia straripante.