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Data: 23/03/2016 - Ora: 11:10
Categoria:
Turismo
Tradizioni salentine pasquali
La Pasqua è una festività molto importante per il Cristianesimo poiché rappresenta la morte, resurrezione e la sanzione della nuova Alleanza mediante l’ascesa dello Spirito Santo che dona gli uomini le sette virtù: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio.
Ogni comune Italiano ha le proprie tradizioni su come festeggiare la Pasqua, in particolare i piccoli paesi che vivono la religiosità in modo molto è profondo ed intimo, coinvolgendo tutta la comunità.
Prendiamo in considerazione Taranto, comune Italiano di 200mila abitanti, definita anche come "città Spartana jonica" poiché fu fondata dagli Spartani, è una città salentina molto legata alle tradizioni (specialmente se religiose) che vengono rappresentate mediante grandi feste nella piazza principale.
A Taranto si svolgono i "riti della settimana Santa": questa tradizione ha inizio nel 1603 grazie al patrizio Tarantino Diego Calò e successivamente nel diciottesimo secolo, l’erede della tradizione, donò alla confraternita le due statue che rappresentano Gesù morto e l’Addolorata, tramandate fino ai nostri giorni.
-In cosa consistono oggi i "riti della Settimana Santa?"
La tradizione ha inizio la Domenica delle Palme con la riunione delle due confraternite Tarantine "Maria Santissima Addolorata e San Domenico" e "Maria Santissima del Carmine", che hanno il compito di stabilire quale delle due avrà l’onore di presidiare la processione.
Tutto questo avviene attraverso un asta dove la confraternita che offrirà di più, si aggiudicherà l’onore della partecipazione della processione, il ricavato è destinato in beneficenza.
I Confratelli del Carmine, la Domenica del Giovedì Santo, escono in coppia per una processione all’interno dei centri principali della città, sono chiamate "Perdoni", camminano scalzi e il loro abbigliamento consiste in un camice bianco, in un rosario nero appeso nel petto, un crocifisso e alla destra una cinghia di cuoio nero che rappresenta la frusta con cui Gesù fu flagellato, indossano inoltre dei cappucci bianchi.
Durante la Processione i "Perdoni" portano una mazza che simboleggia il bastone dei pellegrini che si recavano a Roma per chiedere perdono dei loro peccati.
Il pellegrinaggio parte la mezzanotte tra il giovedì e il venerdì Santo dalla chiesa di San Domenico Maggiore dopo aver udito il discorso dell’arcivescovo di Taranto, attraversano i borghi antichi e nuovi della città camminando a passo funebre molti sono gli oggetti utilizzati durante la processione, citandone alcuni troviamo la Troccola strumento che emetto un suono roco e le Pesàre che rappresentano le pietre che furono scagliate contro Gesù.
La processione giunge al termine la mattina del Sabato Santo attraverso un rito: il Perdone che guida la processione chiamato Troccolante, batte tre volte su un anta della chiesa del Carmine ed è il momento più importante poiché ci si ferma a meditare sulla morte di Cristo fino a quando le campane non suoneranno la Resurrezione di Gesù, ponendo fine ai riti.
Autore: Susanna Conte
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