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Siccità. Meno acqua nelle case

Data: 28/09/2017 - Ora: 11:40
Categoria: Attualità

acqua

La misura immediata sarà un intervento sui consumi potabili

L'Acquedotto Pugliese razionalizza l'acqua dopo mesi e mesi di siccità. La scarsità di acqua è cominciata a sentirsi già prima dell'estate ma il livello degli invasi è scesa irrimediabilmente in questi giorni. E' vero che la stagione è quella delle piogge ma di certo insufficienti al fabbisogno regionale. Oltre alla siccità ci sono poi problemi sulle condutture e gli invasi stessi in quanto strutture e impianti obsoleti non in grado di trattenere l'acqua contenuta e in transito. Razionalizzare l'acqua vuol dire poter creare problemi alle famiglie soprattutto a quelle che abitano nei piani alti dei palazzi delle città. Per mettere in atto le manovre di riduzione della portata idrica (il taglio della pressione) sarà necessaria la dichiarazione dello stato di emergenza idrica, che avviene attraverso una delibera di giunta. Il presidente Michele Emiliano ha già deciso, dando poi mandato all’Acquedotto di intervenire sulla rete.

La misura immediata sarà un intervento sui consumi potabili, da ottenere mediante la diminuzione della pressione nella rete Aqp che toccherà il suo picco nel prossimo ottobre. I disagi per la popolazione saranno molto limitati (si tratta di ridurre la portata, al massimo, di un metro cubo al secondo) e non riguarderanno la provincia di Foggia: potranno essere avvertiti, al massimo, nelle ore notturne nelle città più grandi e nelle abitazioni non dotate di serbatoi. Aqp ha già progressivamente ridotto i prelievi dalle dighe del Sinni e del Pertusillo (che insieme alle sorgenti di Caposele e Cassano Irpino rappresentano il 70% delle riserve idriche pugliesi), ed ha concordato con i Consorzi di bonifica foggiani una riduzione del prelievo dalla diga di Conza: una misura, quest’ultima, funzionale all’attivazione del nuovo potabilizzatore che è ormai in esercizio e che fornisce stabilmente 1.000 litri al secondo di acqua.

Fin qui, le misure per il tamponamento dei consumi. Ma i tecnici hanno identificato anche una serie di azioni strutturali che, nel breve termine, possono portare a recuperare quantità preziose di risorsa idrica a fronte di una spesa modesta. E si tratta, ancora una volta, di misure già sperimentate nel corso delle emergenze passate. Ad esempio, il recupero dell’acqua presente nella diga del Cogliandrino, che si trova su un affluente del Sinni e che alimenta la centrale idroelettrica Enel di Masseria Nicodemo: la diga viene lasciata aperta e l’acqua finisce nell’invaso di Monte Cotugno. In questo modo si potranno recuperare 30-35 milioni di metri cubi d’acqua, ma sarà necessario rimborsare Enel per i minori introiti.

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