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Data: 18/06/2014 - Ora: 11:20
Categoria:
Turismo
Le proteste della Onlus Marina di Torre Chianca cercano risposte
«Vergognosa e inaccettabile». Così Francesco Mazzo, Presidente dell’Associazione onlus "Marina di Torre Chianca", definisce l’indifferenza «con cui Istituzioni e mezzi di comunicazione leccesi stanno apprendendo le numerose lamentele della cittadinanza di Torre Chianca», delle quali la realtà associativa si fa carico quotidianamente.
Mesi di esposti, segnalazioni e reclami di ogni tipo sembrano infatti destinati a lottare contro i mulini a vento o, ancor peggio, a cadere nel dimenticatoio a causa della scarsa attenzione che riscontrano nella stampa locale. «Fortunatamente a questa situazione biasimabile fa da contraltare un contatto diretto con i cittadini attraverso i social network, in particolar modo la pagina Facebook - https://www.facebook.com/MarinaTorreChianca - che si sta dimostrando un luogo virtuale interattivo e partecipativo. Molti commenti e apprezzamenti ci fanno capire quanto le tematiche di cui ci occupiamo siano condivise dalla popolazione della marina e anche da quella di Lecce».
Una località, quella di Torre Chianca, che per le sue caratteristiche geomorfologiche non avrebbe nulla da invidiare ad altre marine adiacenti, palesemente più curate e tutelate dall’Amministrazione comunale.
«C’è la città, ci sono le marine d’élite. E noi siamo il terzo mondo – Prosegue Mazzo -. Se questo luogo fosse valorizzato, si potrebbe garantire una vita dignitosa ai residenti, una piacevole stagione estiva ai villeggianti, una ventata di ripresa ai commercianti. E invece ci sono altre priorità, mentre noi, cittadini di serie C, percorriamo vie senza manto stradale o abbandonate al più assoluto degrado senza un minimo di dignità civica e norme igieniche».
Al di là degli interessi che possono spingere le autorità competenti a investire in determinati territori, perché possono custodire potenzialità strategiche maggiori rispetto ad altri, quello che la comunità chiede attiene in primo luogo alle basilari nome del vivere civile e del decoro urbano. Fermo restando che in molti casi è anche accaduto, come si evince dai commenti di cui il social pullula, che persone giunte sul posto con l’intenzione di acquistare immobili o intraprendere attività commerciali abbiano poi drasticamente abbandonato i loro progetti per via del degrado riscontrato.
«Un altro importante fronte dal quale conduciamo le nostre battaglie è quello delle barriere architettoniche, aggravate spesso dai macchinosi iter burocratici. Siamo molto contenti del fatto che anche per quest’anno il Comune di Lecce ci abbia autorizzati a posizionare la pedana per diversamente abili in corrispondenza della spiaggia, ma paradossalmente – conclude il Presidente – a metà giugno siamo ancora in attesa della ditta comunale preposta ad inserirla».
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