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Data: 10/04/2018 - Ora: 16:25
Categoria:
Turismo
La denuncia arriva da Federalberghi Puglia
Gli imprenditori che hanno fatto crescere il turismo in Puglia confermano di voler operare sempre nel solco delle regole e del rispetto del patrimonio culturale e paesaggistico, perché questo è per tutti un valore aggiunto. Essi, però, non possono sostenere né tollerare i tempi assurdi della burocrazia e la scarsa lungimiranza dei politici del territorio. Il caso De Picciotto a Fasano – quattro anni per ricevere una risposta dal Comune - è solo la punta dell’iceberg. La Federalberghi Puglia ribadisce con fermezza la sua linea fatta di legalità e pari opportunità, ma respinge con altrettanta convinzione l’eccesso di burocrazia e di pressione fiscale che blocca di fatto lo sviluppo del turismo nella nostra regione.
"Esprimo solidarietà umana e vicinanza professionale a René De Picciotto – afferma Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia – Noi albergatori combattiamo tutti i giorni contro le mostruosità della burocrazia pubblica. A lui è capitata una vicenda assurda che fa danni non solo al singolo imprenditore ma a tutta la categoria. Un investimento da 8 milioni in un settore strategico come il turismo non può essere trattato con questi tempi e modi. Dopo i risultati soddisfacenti, ottenuti grazie a un’accorta politica di promozione, il turismo pugliese è chiamato alla fase di costruzione del prodotto di qualità richiesto dal mercato mondiale.
Questo prodotto passa soprattutto attraverso il recupero e la valorizzazione dei nostri gioielli quali masserie, dimore storiche, castelli e altri luoghi della tradizioni che offrano esperienze ai nuovi turisti. De Picciotto, innamoratosi come tanti della nostra terra, aveva progettato il recupero della masseria Pettolecchia di Fasano, una fortezza risalente al 1450. Ma è incappato nell’insostenibile logoramento dei tempi della burocrazia pubblica e, come per gli uomini, il tempo e l’incuria consumano anche le pietre."
"Per lui – continua Caizzi – comincia ora il lungo calvario della giustizia amministrativa, con il rischio di compromissione definitiva dei suoi progetti che avrebbero reso alla comunità numerosi posti di lavoro. I quattro anni di ritardo del Comune di Fasano, insomma, rischiano di scrivere un’altra brutta pagina di storia degli investimenti mancati nella Puglia turistica. Dal Salento alla Valle d’Itria al Gargano, chi ha voglia di investire e puntare sulla qualità spesso è costretto a desistere ancor prima che il suo progetto veda la luce. Un giorno proveremo, con amarezza, a contabilizzare le perdite derivate dalle opportunità perse nella nostra regione e nel Mezzogiorno d’Italia."
"La burocrazia della pubblica amministrazione – conclude il presidente degli albergatori pugliesi – la scarsa lungimiranza dei politici del territorio e la pesante pressione fiscale, sono sempre state le spine al fianco di un ceto imprenditoriale che ama la propria terra e sogna uno sviluppo che porti benessere correttamente redistribuito. I dati italiani registrano, purtroppo, un costo prodotto da queste negatività che fa perdere ogni anno al Paese 180 miliardi di Pil. E il nostro Sud resta sempre quello più penalizzato."
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