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Unisalento. Gli studenti sfidano l'amministrazione per tasse meno alte

Data: 31/05/2017 - Ora: 10:14
Categoria: Economia

studenti

Approvata all’unanimità la proposta di tassazione in Senato, ora la discussione approda in CdA

Il 1 giugno il Consiglio di Amministrazione dell’Università del Salento si esprimerà definitivamente sulla riforma della tassazione, passaggio obbligato dopo l’introduzione in Legge di stabilità di una serie di misure cui tutti gli atenei italiani devono adeguarsi. I rappresentanti degli studenti di Link Lecce – Coordinamento Universitario, però, non si sono accontentati delle previsioni contenute nella legge e, prima in Commissione tasse d’Ateneo e successivamente in Senato accademico, hanno ottenuto l’approvazione di una proposta estensiva, sebbene ancora lontana da un modello ideale di contribuzione studentesca.
Un intervento obbligatorio imposto dalla Legge è l’istituzione della no tax area fino a 13mila euro di Isee. Link ha ottenuto l’estensione della no tax area fino a 15mila euro di reddito, che permetterà di esonerare dal pagamento delle tasse più del 30% degli studenti. Inoltre la proposta di riforma, approvata all’unanimità lo scorso 23 maggio in Senato accademico, prevede una fascia calmierata per gli Isee fino a 50mila, e non fino a 30mila come previsto dalla legge di stabilità, che renderà la contribuzione meno gravosa per circa il 25% degli studenti. Sono state approvate anche misure migliorative per quanto riguarda i contributi aggiuntivi, prevedendo un regime più favorevole per i fuori corso, i quali saranno tenuti a pagare una tassa aggiuntiva solo a partire dal terzo anno fuori corso (e non più dal secondo, esonerando dal pagamento della stessa il 5% degli studenti) e l’eliminazione della tassa di laurea, della tassa per lo studente ripetente e della tassa d’iscrizione (quest’ultima condizionata, però, dai requisiti di merito previsti dalla Legge di stabilità). È stata accolta anche la richiesta di Link di fissare un tetto massimo del contributo onnicomprensivo annuale alla quota di 1750€.


Ogni singolo intervento di modifica da noi proposto nasce da un’analisi del nostro territorio e ha piena aderenza alla realtà.
L’amministrazione deve comprendere che l’impossibilità per le famiglie di sostenere le spese universitarie è la proiezione diretta della crisi in cui versa la popolazione locale. Da qui la necessità di prevedere la no tax area per coloro che hanno fino a 15mila euro di Isee e la fascia cuscinetto per gli Isee fino a 50mila, nelle quali confluirebbero complessivamente il 55% degli studenti del nostro Ateneo.
L’intervento migliorativo per i fuori corso viene incontro a tutti quelli studenti, numerosi nel nostro ateneo, che necessitano di più anni per laurearsi e che nel sistema attualmente in vigore vengono "criminalizzati" attraverso l’imposizione di contributi aggiuntivi già a partire dal secondo anno fuori corso. Tenendo conto di questi fattori, piuttosto che adottare degli interventi punitivi, è necessario indagare preventivamente le cause che portano gli studenti a impiegare anni in più per completare il loro percorso di studi. Approfondendo la problematica abbiamo riscontrato che gran parte degli studenti al primo anno non riesce a raggiungere nemmeno il 50% dei cfu previsti nel piano di studi e, secondo una stima operata su tutti i corsi di laurea, mediamente sono cinque gli anni impiegati per ottenere il diploma universitario. Per intervenire risolutivamente, gli organi dell’ateneo devono individuare delle linee di indirizzo per rivalutare le modalità di stesura dei piani di studio e ragionare sul miglioramento della didattica allo scopo di facilitare il raggiungimento dei cfu previsti.


Il CdA non può ignorare il fatto che la riforma della tassazione costituisca un passo epocale per il nostro Ateneo che, in un’ottica strategica, diventerebbe più competitivo a livello nazionale. Infatti, la rimodulazione della contribuzione studentesca permetterà a molti più studenti di intraprendere serenamente il proprio percorso formativo, venendo meno per le famiglie l’obbligo di sostenere delle spese così gravose.
Vogliamo lanciare questa sfida al CdA: far sì che la tassazione non sia più un ostacolo economico per le famiglie meno abbienti o un intervento punitivo per chi necessita di maggior tempo per laurearsi.
Soddisfatti che il Senato si sia dimostrato incline a venire incontro agli studenti e alle loro famiglie, ci auspichiamo che anche il CdA continui sulla stessa linea e che non sia sordo alle richieste degli studenti e assoggettato alla logica che impone di dare preferenza al bilancio.

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