Nel Vangelo odierno un pubblicano, Zaccheo, ispira, da subito, molta simpatia in Gesù e in noi perché agile,
capace di risolvere il problema della sua scarsa statura; salendo su un sicomoro in modo risoluto e
giovanile, riesce a vedere Gesù e da LUI si lascerà convertire senza opporre resistenza, immediatamente.
Noi siamo tanti "Zaccheo", bassi per statura morale, a causa delle nostre frequenti connivenze con una vita
comoda, ricca; siamo egoisti, capaci di accomodarci i comandamenti addosso, come più a noi conviene.
Pensiamo, solo per un momento, alle nostre relazioni con gli altri (basta siano benestanti e simpatici), col
denaro (troppo spesso la vita dei nostri giorni), e con Dio (utile, se ascolta le nostre richieste). Ci troveremo
a provare certamente un senso di disagio intimo, profondo, (se siamo finalmente sinceri).

Anche Zaccheo aveva in cuore il nostro stesso groppone, quando decide di voler "vedere" Gesù, e, non riuscendovi, si
arrampica sul sicomoro, albero alto, possente. il Signore "lo vede" (come "vede" ciascuno di noi, sempre),
lo chiama e si autoinvita a casa del pubblicano, peccatore...: La conversione di Zaccheo è fatta:-
"Restituisce". Poveri farisei! Giudicano Dio, che si fa amico dei peccatori, soprattutto quelli "esclusi" dalla
loro "setta", perché rei di servire i romani, dominatori. Gesù però non si fa intimidire da minacce più o
meno sottaciute... LUI è venuto per quanti sono e si "sentono" peccatori, capaci di fare entrare, senza
troppe difficoltà, la salvezza in casa loro. Anche a noi è dato di accogliere il Signore, nel profondo di noi
stessi, se decidiamo di volerlo vedere, finalmente; possiamo salire sull'albero che ci viene, ogni domenica
proposto: il Vangelo, Gesù Cristo, vivo, capace di trasformare la nostra vita. Basta volerlo!