BREVE COMMENTO ALLA XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO.
Il contesto del Vangelo di questa domenica è quanto mai semplice e, prevedibile, è
la sua conclusione.
Bartimeo, figlio di Timeo, affetto da cecità , giace su una strada di Gerico, che Gesù
sta attraversando, seguito dalla folla.
Consapevole dei poteri taumaturgici del Nazareno, il cieco implora, a gran voce
"Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!"
La gente presente vorrebbe tacitarlo, ma non vi riesce. Compassionevole, il Signore
lo chiama a sé, e Bartimeo, invitato anche da quanti, un minuto prima, lo esortavano
a tacere, si alza in piedi, lascia cadere il mantello e si avvicina a Gesù, che conscio
della fede che sostiene quest’uomo, lo guarisce.
Assai interessante è la dinamica che caratterizza l’incontro tra Gesù e Bartimeo: nel
contesto anche la folla che segue Gesù ha un suo ruolo.
Primo rilievo da fare è la posizione iniziale del cieco, gettato in terra, che volendo
essere guarito però, e invitato a farlo, si alza in piedi (posizione di chi vuole
risorgere) , lasciando cadere il mantello che funge anche da coperta per la notte per
chi è povero.
La gente, una volta che lo invita ad alzarsi, per raggiungere il Maestro, rappresenta
la comunità cristiana, che fa da tramite tra Dio e il supplice, bisognoso di guarigione.
Gesù è incline a ridare la vista, Bartimeo che, guarito, Lo seguirà come suo Maestro,
rivelandosi, agli occhi di tutti, uomo di fede.
Noi abbiamo molto da imparare da questa pagina del Vangelo: Gesù ci ha chiamati
fin dal nostro Battesimo, nessuna prova può quindi lasciarci prostrati a terra, giacché
noi siamo destinati a risorgere, nel Signore, per noi morto e risorto.