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Data: 16/05/2014 - Ora: 10:39
Categoria:
Attualità
Il grado di diffusione del batterio non può essere indicato nelle percentuali
Arrivano le precisazioni dell'Osservatorio Fitosanitario regionale incaricato dalla Regione Puglia per le analisi diagnostiche della Xylella fastidiosa, nei tre laboratori accreditati presso le seguenti Istituzioni:
• Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano
• Dipartimento di Scienze Agrarie, dell’ambiente e dell’Alimentazione dell’Università di Foggia
• Centro di Ricerca e Sperimentazione e formazione in Agricoltura "Basile Caramia" di Locorotondo.(...)
Il laboratorio del CNR – Istituto di virologia vegetale di Bari, anch’esso accreditato, è stato invece incaricato di svolgere i saggi di conferma per tutti i campioni risultati positivi o dubbi, oltre ad effettuare specifiche analisi diagnostiche su piante appartenenti a specie diverse di quello oggetto di monitoraggio.
Il network dei laboratori opera in stretto contatto con il Servizio Fitosanitario nel rispetto delle linee guida indicate dal programma di monitoraggio al fine della demarcazione delle aree come richiesto dalle normative di quarantena.
Il piano di monitoraggio, al fine di ridurre al massimo lo spostamento dei campioni prelavati sull’intero territorio regionale, ha previsto che i saggi siano eseguiti dai laboratori più prossimi alle aree di prelievo. Pertanto, il Dipartimento di Scienze Agrarie, dell’ambiente e dell’Alimentazione dell’Università di Foggia e stato incaricato di eseguire i campioni prelevati nella sola provincia di Foggia.
I risultati acquisiti dal monitoraggio alla data odierna, con oltre 16.000 campioni analizzati, escludono la presenza di Xylella fastidiosa al di fuori della provincia di Lecce, dove sono stati finora identificati 5 focolai puntiformi oltre alla zona più ampia di Gallipoli.
Quindi, la notizia riportata sulla presenza del batterio nelle provincie di Taranto e Brindisi con una diffusione del 50%, non trova riscontro nei dati ufficiali acquisiti ed è priva di ogni fondamento.
Il grado di diffusione del batterio non può essere indicato nelle percentuali riportate, in quanto esso assume valori differenti in relazione al focolaio identificato. E’ infatti maggiore nelle aree a sud di Gallipoli, ma nettamente inferiore in altri focolai.
Si precisa infine che il metodo diagnostico adottato – ELISA – a seguito di rigorose valutazioni scientifiche sulla sua affidabilità, confermato anche dalle istituzione comunitarie ed internazionali, consente solo di rilevare la presenza del batterio nei tessuti vegetali analizzati.
Pertanto, le affermazioni riportate nel comunicato dell’Università di Foggia sulla validità del test ELISA per altri fini (… ma anche le eventuale grado di resistenza - e quindi di sopravvivenza - al processo di risanamento a cui dovrebbe successivamente essere sottoposta la pianta) sono prive di alcun fondamento scientifico.
Data: 22/12/2022
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