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Xylella. Comune di Lecce: stop alle eradicazioni

Data: 09/04/2015 - Ora: 12:41
Categoria: Politica

xylella

Tre ordini del giorno approvati oggi dal Consiglio comunale con i quali si chiede la sospensione del Piano Silletti per le eradicazioni, la sospensione dell’Imu agricola per gli olivicoltori e i ristori per le aziende e i vivai del territorio

Il Consiglio comunale di Lecce ha approvato ieri tre ordini del giorno (primi firmatari Alfredo Pagliaro, Angelo Tondo e Loredana Capone) sul caso "Xylella fastidiosa". Tra le misure richieste dall’assise cittadina ritroviamo, in particolare, la riduzione degli oneri fiscali a carico dei coltivatori olivicoli, soprattutto per quanto concerne l’Imu agricola, per l’anno in corso; la sospensione del Piano Silletti, almeno per ciò che riguarda l’eradicazione; l’immediato ristoro delle aziende agricole e dei vivai operanti sul territorio comunale interessati dalla problematica dell’essiccamento rapido degli ulivi e la costituzione di un ufficio comunale ad hoc per fornire attività di consulenza per gli olivicoltori e di controllo in collaborazione con altri enti locali.
Nell’ambito di una convenzione già stipulata con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) dell’Università del Salento, il Comune di Lecce è pronto ad avviare una sperimentazione, in collaborazione con l’Università del Salento al fine di prevenire ed eventualmente contrastare il disseccamento degli ulivi al Parco di Rauccio. L’annuncio è stato dato ieri in aula consiliare dal sindaco Paolo Perrone.


Questa attività di ricerca - supportata dal presidente del Parco, Andrea Guido - verrà realizzata grazie anche alla collaborazione di alcuni agricoltori proprietari di alberi d’Ulivo all’interno dell’area protetta.
Alla seduta consiliare odierna hanno preso parte anche il professor Giuseppe Ciccarella dell’Università del Salento che svolge parte della sua attività all’interno dell’Istituto di Nanotecnologie del CNR, Fabio Ingrosso, presidente provinciale di Copagri Lecce, Giampiero Marotta, responsabile Coldiretti Lecce, Giulio Sparascia, presidente provinciale Cia Lecce, Pantaleo Greco di Aprol Lecce e l’assessore alle Attività Produttive della Regione Puglia, Loredana Capone. Contrario all'ipotesi dell'eradicazione, anche alla luce del numero ridimensionato, il consigliere regionale Sergio Blasi: mi sento di stigmatizzare la presa di posizione del Comune di Lecce contro le altre istituzioni che stanno – finalmente – lavorando in maniera concorde per arginare il fenomeno. Non credo che, oggi, strombazzare la richiesta, con un apposita deliberazione del Consiglio comunale, di sospendere il Piano Silletti sul territorio di Lecce sia una mossa saggia. Anche perché gli iniziali timori in merito a una eradicazione a tappeto o ad una pioggia di pesticidi sono stati ampiamente ridimensionati, anche grazie a una azione politica che si è fatta carico delle preoccupazioni degli ambientalisti e delle richieste degli olivicoltori.


Proprio ieri il ministro Martina ha annunciato un provvedimento del governo per la proclamazione di stato di calamità naturale, il che comporterà il ristoro per gli olivicoltori che dovranno affrontare spese o acconsentire all’eradicazione selettiva degli ulivi che senza ombra di dubbio saranno considerati infetti o già distrutti dal Codiro. Anche per questo collocarsi oggi come istituzione su posizioni di chiusura sul Piano è una mossa incomprensibile.


Servono proposte, invece: un anticipo dal Piano di Sviluppo Rurale e un lavoro congiunto dei nostri rappresentanti istituzionali a Bruxelles per battere i pugni sul tavolo e chiedere misure e risorse necessarie per implementare la ricerca scientifica sul Codiro, che è il vero tema su cui bisognerebbe concentrare gli sforzi. Abbiamo bisogno di questo, ma, e lo dico in tono volutamente polemico, l’europarlamentare di riferimento della maggioranza del Comune di Lecce, Raffaele Fitto, non sembra ad oggi essersi accorto di quanto accade nella sua terra, occupato, come è noto, in beghe di partito. C’è da chiedersi cosa lo abbiano mandato a fare a Bruxelles".


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