Gesù affida agli Apostoli, non solo il compito di distribuire il cibo,
ottenuto con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, alla gente affamata
che, da giorni Lo segue e Lo ascolta, Egli sta già destinando i suoi al
ministero sacerdotale. E’ infatti soprattutto all’Eucaristia che, nella lunga
veglia sul monte, col Padre, il Signore ha pensato; il Pane Eucaristico è nel
Suo intimo, desiderio profondo, di sovvenire il cuore svuotato dell’uomo.
Già prima dell’Ultima Cena, con i suoi, il Figlio di Dio ha quindi ideato il
sacerdozio ministeriale, che avrebbe reso possibile il perpetuarsi del dono
del Suo Corpo a vantaggio di tutte le generazioni, chiamate a succedersi,
nei millenni sulla terra.

Crea un bagliore di LUCE, insostenibile dal nostro sguardo, la portata
universale della Carità divina, che non solo supera il vicino e il particolare,
ma diviene così profonda da farsi travaglio per il cuore stesso di Dio. Egli
conosce la fame e la sete d’infinito che vive dentro ogni uomo, che,
incapace di saziarla, cerca di placarla con futili argomenti. La Veglia di
Gesù col Padre sul monte, di cui parla Giovanni nel cap. VI, è tutta da
ripensare e da contemplare, se vogliamo comprendere la portata sublime
dell’Eucaristia. Tale dono, da adorare, offerto agli uomini, contiene non
solo l’impoverimento della divinità , (Dio resta solo Amore), ma anche la
sua passione, profondamente trinitaria, di colmare, del Cristo, Pane del
Cielo, il vuoto di Grazia presente nel cuore smarrito dell’uomo, pellegrino
non più da solo, sulle strade del mondo.